Le compresse sublinguali di un potente analgesico,
il fentanyl, possono essere usate per il controllo
del dolore oncologico episodico in alternativa alla
morfina.

Appena meno efficaci della morfina, liberano però il
paziente dai vincoli connessi all'iniezione.
Il fentanyl è un potente analgesico dall'efficacia
lievemente inferiore rispetto alle iniezioni
sottocutanee di morfina, ma più facile da
utilizzare: si assume in compresse da succhiare
sotto la lingua, ad assorbimento rapido.
Per questo può essere preso in considerazione per la
gestione del cosiddetto dolore oncologico
accessionale, ovvero gli episodi di dolore acuto che
si presentano nonostante la copertura del dolore
cronico con un altro antidolorifico.
Per la prima volta una sperimentazione condotta da
ricercatori della Fondazione IRCCS Istituto
nazionale dei tumori di Milano e ha confrontato
l'efficacia di queste differenti strategie di
gestione del dolore episodico nei pazienti con
cancro in fase avanzata.
I risultati sono pubblicati sul Journal of Clinical
Oncology.
"Questi pazienti assumono una terapia di base che
comprende analgesici oppioidi a lento rilascio.
Tuttavia, nonostante questo trattamento, una
percentuale consistente va incontro a episodi di
dolore acuto che necessitano di una terapia al
bisogno in grado di controllare il dolore in tempi
brevi", spiega Augusto Tommaso Caraceni, direttore
della Struttura complessa di cure palliative,
terapia del dolore e riabilitazione dell'Istituto
nazionale tumori.
La morfina per iniezione è oggi considerata la
strategia più efficace per gestire questa forma di
dolore.
Da tempo sono disponibili altri farmaci con
formulazioni ad assorbimento attraverso le mucose
che potrebbero garantire pari efficacia e rapidità
d'azione liberando il paziente dai vincoli connessi
all'iniezione.
La sperimentazione, condotta con 114 pazienti, aveva
l'obiettivo di dimostrare la non inferiorità di uno
di questi trattamenti (il fentanyl in compresse
sublinguali) rispetto alla morfina.
"La sperimentazione di
per sé ha dato esito negativo", spiega ancora
Caraceni, il cui gruppo sta studiando grazie al
sostegno di AIRC la variabilità individuale nella
risposta clinica ai farmaci oppioidi.
Ha evidenziato infatti una minore efficacia, seppure
di lieve entità, del fentanyl rispetto alla morfina.
"Ma ha avuto il pregio
di quantificare in modo preciso la differenza che ci
si può attendere tra i due trattamenti.
Il paziente ora sa che
c'è un certo rischio di avere un minore controllo
del dolore, che va, eventualmente, corretto con una
seconda somministrazione.
Ha però il vantaggio di disporre di un farmaco più
maneggevole".
Per saperne di più
AIRC - Associazione Italiana per la Ricerca sul
Cancro
Link...
Journal of Clinical Oncology
Fentanyl Sublingual Tablets Versus Subcutaneous
Morphine for the Management of Severe Cancer Pain
Episodes in Patients Receiving Opioid Treatment: A
Double-Blind, Randomized, Noninferiority Trial
Link...
MDN |