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Rimandato uso preventivo dell'aspirina per la prevenzione primaria di cuore e tumori (16/03/2017)

L'acido acetilsalicilico è il principio attivo dell'Aspirina, originariamente derivato dalla corteccia del salice ed oggi sintetizzato, è stato oggetto di uno studio sulla possibilità e l'opportunità di utilizzo per la prevenzione primaria cardiovascolare.
Si è voluto verificare se si poteva consigliarne l'uso preventivo per non ammalarsi più avanti.

La SIPREC, Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare, ha preso posizione affermando che è ancora presto per usare l'aspirina nella prevenzione primaria di malattie cardiovascolari e tumori, cioè su persone ancora non malate e non su chi ha già avuto eventi, e in attesa dei risultati degli studi servirebbe una 'carta del rischio' per capire quali sono i soggetti che potrebbero beneficiarne di più.

Dalla mole di dati raccolti in questi anni è stato possibile spiegare per la popolazione italiana di età 25-84 anni, quanta parte della riduzione degli eventi fatali di cardiopatia coronarica registrata nei 20 anni tra il 1980 ed il 2000 sia da attribuire alle azioni di prevenzione primaria sui fattori di rischio nella popolazione, basate principalmente sugli stili di vita (alimentazione, attività fisica, abitudine al fumo), e quanta parte sia dovuta al complessivo utilizzo dei farmaci e dei trattamenti chirurgici (by-pass aorto-coronarico e angioplastica) in fase acuta, in prevenzione primaria e secondaria.

In particolare, a fronte di 42.927 decessi in meno registrati tra il 1980 ed il 2000 per malattia coronarica, ben il 58% è stato attribuito ai benefici derivati dalla riduzione dei principali fattori di rischio nella popolazione, effetto ridotto di un 3% dovuto all’incremento del diabete e dell’obesità, mentre il 40% è derivato dai benefici ottenuti dal complesso dei trattamenti farmacologici e chirurgici.

Questi risultati enfatizzano l’importanza di una strategia complessiva che da un lato promuova attivamente un’azione di prevenzione primaria di popolazione sulle malattie cardiovascolari perseguendo la riduzione dei principali fattori di rischio attraverso l’adozione di stili di vita salutari, e dall’altra massimizzi la copertura della popolazione con trattamenti farmacologici e chirurgici efficaci.

In pazienti senza precedenti clinici di malattie cardiovascolari (prevenzione primaria) l’indicazione all’uso dei farmaci antitrombotici è ancora poco chiara.
In questa popolazione l’aspirina – unico farmaco antitrombotico studiato in coorti sufficientemente ampie di pazienti – produce una riduzione statisticamente significativa nel rischio di un primo infarto miocardico (IM), ma aumenta il rischio di sanguinamento sia gastrointestinale (GI) che cerebrale (ictus emorragico).

 

Per questo motivo, sia linee guida che opinioni di esperti differiscono sostanzialmente tra loro nelle raccomandazioni, riflettendo l’incertezza della stima di un preciso rapporto beneficio-rischio.

La creazione di una carta o di un punteggio per il calcolo del rapporto rischio/beneficio CV ed oncologico integrato sarebbe quindi fortemente auspicabile e potrebbe costituire uno strumento di fondamentale importanza a disposizione del clinico, in attesa che gli studi prospettici siano in grado di chiarire il duplice ruolo combinato dell’aspirina nella prevenzione di patologie CV e neoplastiche.

Per saperne di più
Siprec
Società italiana per la prevenzione cardiovascolare
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MDN