L'acido acetilsalicilico è il principio attivo
dell'Aspirina, originariamente derivato dalla
corteccia del salice ed oggi sintetizzato, è stato
oggetto di uno studio sulla possibilità e
l'opportunità di utilizzo per la prevenzione
primaria cardiovascolare.
Si è voluto verificare se si poteva consigliarne
l'uso preventivo per non ammalarsi più avanti.

La SIPREC, Società Italiana per la Prevenzione
Cardiovascolare, ha preso posizione affermando che è
ancora presto per usare l'aspirina nella prevenzione
primaria di malattie cardiovascolari e tumori, cioè
su persone ancora non malate e non su chi ha già
avuto eventi, e in attesa dei risultati degli studi
servirebbe una 'carta del rischio' per capire quali
sono i soggetti che potrebbero beneficiarne di più.
Dalla mole di dati raccolti in questi anni è stato
possibile spiegare per la popolazione italiana di
età 25-84 anni, quanta parte della riduzione degli
eventi fatali di cardiopatia coronarica registrata
nei 20 anni tra il 1980 ed il 2000 sia da attribuire
alle azioni di prevenzione primaria sui fattori di
rischio nella popolazione, basate principalmente
sugli stili di vita (alimentazione, attività fisica,
abitudine al fumo), e quanta parte sia dovuta al
complessivo utilizzo dei farmaci e dei trattamenti
chirurgici (by-pass aorto-coronarico e
angioplastica) in fase acuta, in prevenzione
primaria e secondaria.
In particolare, a fronte di 42.927 decessi in meno
registrati tra il 1980 ed il 2000 per malattia
coronarica, ben il 58% è stato attribuito ai
benefici derivati dalla riduzione dei principali
fattori di rischio nella popolazione, effetto
ridotto di un 3% dovuto all’incremento del diabete e
dell’obesità, mentre il 40% è derivato dai benefici
ottenuti dal complesso dei trattamenti farmacologici
e chirurgici.
Questi risultati enfatizzano l’importanza di una
strategia complessiva che da un lato promuova
attivamente un’azione di prevenzione primaria di
popolazione sulle malattie cardiovascolari
perseguendo la riduzione dei principali fattori di
rischio attraverso l’adozione di stili di vita
salutari, e dall’altra massimizzi la copertura della
popolazione con trattamenti farmacologici e
chirurgici efficaci.
In pazienti senza precedenti clinici di malattie
cardiovascolari (prevenzione primaria) l’indicazione
all’uso dei farmaci antitrombotici è ancora poco
chiara.
In questa popolazione l’aspirina – unico farmaco
antitrombotico studiato in coorti sufficientemente
ampie di pazienti – produce una riduzione
statisticamente significativa nel rischio di un
primo infarto miocardico (IM), ma aumenta il rischio
di sanguinamento sia gastrointestinale (GI) che
cerebrale (ictus emorragico).
Per questo motivo, sia
linee guida che opinioni di esperti differiscono
sostanzialmente tra loro nelle raccomandazioni,
riflettendo l’incertezza della stima di un preciso
rapporto beneficio-rischio.
La creazione di una
carta o di un punteggio per il calcolo del rapporto
rischio/beneficio CV ed oncologico integrato sarebbe
quindi fortemente auspicabile e potrebbe costituire
uno strumento di fondamentale importanza a
disposizione del clinico, in attesa che gli studi
prospettici siano in grado di chiarire il duplice
ruolo combinato dell’aspirina nella prevenzione di
patologie CV e neoplastiche.
Per saperne di più
Siprec
Società italiana per la prevenzione cardiovascolare
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