-

Nota bene: Nelle diverse lingue i contenuti possono cambiare anche nella sostanza  -  (Italiano - English)

 

Ansia o fobia sociale: identificata la terapia più efficace (26/02/2017)

La fobia sociale è una delle situazioni ansiose più diffuse, è quella di chi ha difficoltà nei rapporti sociali. Uno studio anglo-norvegese ha dimostrato che il modo più efficace di curare questo problema è la terapia cognitiva, senza l'uso di farmaci.

Le tre opzioni terapeutiche per la fobia sociale sono la terapia farmacologica, la terapia cognitiva e le due associate.

Fino ad ora si è ritenuto che l'associazione di psicoterapia e farmaci desse i risultati migliori, ma la ricerca appena pubblicata sul giornale Psychotherapy and Psychosomatics ha mostrato che, nel lungo periodo, funziona meglio la sola terapia cognitiva.

L'80% circa dei partecipanti allo studio ha migliorato in modo significativo o è completamente uscito dal problema con la sola terapia cognitiva.

Per non fare confusione con i termini bisogna chiarire che l'ansia sociale non è una diagnosi ma un sintomo con cui molti si confrontano riuscendo a conviverci. Quando la situazione si acutizza e l'ansia cresce troppo facilmente, diventa eccessiva, troppo frequente, diventa patologia, fobia sociale.

Hans M. Nordahl spiega che molti medici ed ospedali combinano la terapia cognitiva con i farmaci, la famosa pillola della felicità. Questo approccio funziona con i pazienti depressi, ma sortisce l'effetto opposto con le persone con ansia sociale patologica, e pochi professionisti sono consapevoli di ciò.

Pillole della felicità come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina possono avere effetti collaterali piuttosto importanti.
Quando i pazienti che hanno assunto questi farmaci per un certo periodo decidono di ridurli, le sensazioni fisiche associate con la fobia sociale, come i brividi, le vampate di calore e le vertigini in situazioni sociali tendono a tornare, e le persone spesso finiscono per ricadere in uno stato di ansia sociale acuta.

I pazienti si affidano più spesso ai farmaci e danno meno importanza alla terapia psicologica.
Pensano che siano i farmaci a farli stare meglio e così diventano dipendenti d qualcosa di esterno, invece di imparare a gestirsi autonomamente.

In questo modo il farmaco mistifica la realtà terapeutica, nascondendo al paziente la vera soluzione del suo problema, che si basa sull'apprendimento di tecniche efficaci che permettono di gestire l'ansia da soli. Fatto per altro che incrementa l'autostima in un circolo virtuoso che rende sempre più sicuri di sé portando i pazienti a vedere sempre meno situazioni come potenzialmente rischiose.

 

Per lo studio del professor Hans M. Nordahl sono stati seguiti 100 pazienti, divisi in quattro gruppi.
Il primo ha ricevuto solo farmaci;
il secondo solo terapia cognitiva;
il terzo una combinazione delle prime due;
il quarto pillole placebo.

I quattro gruppi sono stati confrontati nel tempo ed i partecipanti seguiti per un anno dopo la fine delle cure.

Durante i trattamenti e subito dopo, i pazienti del secondo e del terzo gruppo hanno mostrato risultati positivi analoghi, ma ad un anno di distanza, è stato chiaro che i partecipanti del secondo gruppo, quelli sottoposti solo a terapia cognitiva, stavano meglio.

Torkil Berge, psicologo al Diakonhjemmet Hospital di Oslo e vertice dell'Associazione Norvegese per la Terapia Cognitiva, osserva poi che il problema dell'ansia sociale patologica è più diffuso di quanto si pensi: il 12% della popolazione ne è interessato in qualche momento nel corso della vita.

E' un problema che viene tenuto nascosto da molti pazienti che in questo modo non vengono aiutati ad affrontarlo. Sono migliaia le persone che perciò non vengono curate in modo adeguato ed alla maggior parte di quelle che vogliono curarsi vengono probabilmente offerti i farmaci.

Nordahl ed il suo gruppo di studio hanno anche lavorato per affinare la terapia cognitiva aggiungendo nuovi elementi che l'hanno resa più efficace.

Nordahl spiega che attualmente il suo gruppo utilizza quella che viene chiamata terapia metacognitiva, che vuol dire che i terapeuti lavorano con i pensieri, le reazioni e le convinzioni dei pazienti, insegnando loro ad imparare come dirigere e regolare la propria attenzione.

Il passo successivo è ora quello di sviluppare una terapia cognitiva standardizzata specifica per i pazienti che soffrono di problemi di ansia sociale.

Per saperne di più
Psychotherapy and Psychosomatics
Paroxetine, Cognitive Therapy or Their Combination in the Treatment of Social Anxiety Disorder with and without Avoidant Personality Disorder: A Randomized Clinical Trial
Link...

Marco Dal Negro