Il binge drinking (abbuffata alcolica, bere molti
alcolici in pochissimo tempo per sballare,
ubriacarsi totalmente, senza limiti) è una pratica
di origine anglosassone ed è molto diffuso tra gli
adolescenti (e non solo).
Ingerendo troppo alcol le cellule cerebrali vengono
danneggiate facendo scattare meccanismi di
ripristino che cercano di riportare il sistema allo
stato originale.
Quando le persone che sono diventate dipendenti
dall'alcol non bevono, vivono sintomi da astinenza
come scompensi cognitivi con problemi con la memoria
e con la capacità di fare progetti e di raggiungerli
mostrandosi elastici.
Secondo studi precedenti questi problemi sono legati
ad una superattività di alcune cellule chiamate
microgliali, che normalmente fanno manutenzione al
cervello rimuovendo i neuroni e le sinapsi
danneggiati, combattendo le infezioni e non solo.
Ma un'eccessiva attività delle cellule microgliali
può diventare pericolosa, producendo sostanze
chimiche che causano danni collaterali alle cellule
nervose sane.
Questo processo è presente in malattie cerebrali
come il Morbo di Alzheimer ed il Morbo di Parkinson.
Negli esperimenti con i topi si è vista un'attività
delle cellule microgliali dopo che erano state
somministrate loro alte dosi di alcol e questi
avevano mostrato i sintomi dell'astinenza.
Ciò ha portato i ricercatori a domandarsi se anche
nelle persone di mezza età con dipendenza dall'alcol
succedesse la stessa cosa.
La verifica, però, ha
mostrato esattamente il contrario.
Le persone dipendenti di mezza età, in astinenza
hanno mostrato un calo di attività delle cellule
microgliali, in contrasto con quanto avviene con gli
adolescenti nei momenti in cui non bevono tra una
bevuta e l'altra.
Con il binge drinking
dei giovani le cellule microgliali fanno il proprio
lavoro di pulizia e ripristino della situazione
normale e lo fanno di più perché maggiore è
l'esigenza generata dalla grande bevuta.
Paragonati con i membri
sani del gruppo di controllo gli alcol dipendenti di
mezza età, invece, quando non bevono hanno
un'attività delle cellule microgliali minore.
E' stato anche
riscontrato che nelle persone sane più alti sono i
livelli di attività delle cellule microgliali
nell'ippocampo meglio funziona la memoria.
I ricercatori ritengono
che le differenze tra quanto emerso dagli
esperimenti con i topi e quelli con gli esseri umani
sia dovuto al fatto che i topi sono più assimilabili
a degli adolescenti che praticano binge drinking.
Questa ricerca sembra
poi supportare quanto ipotizzato da altri studi,
cioè che la superattività delle cellule microgliali
non è sempre necessariamente negativa, ma può anche
essere positiva.
Tutto ciò è
particolarmente importante perché mostra che, in
alcuni casi, invece di curare come di norma inibendo
l'attività delle cellule microgliali è più opportuno
stimolarla.
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Translational Psychiatry
Decreased hippocampal translocator protein (18?kDa)
expression in alcohol dependence: a [11C]PBR28 PET
study
N J Kalk, Q Guo, D Owen, R Cherian, D Erritzoe, A
Gilmour, A S Ribeiro, J McGonigle, A Waldman, P
Matthews, J Cavanagh, I McInnes, K Dar, R Gunn, E A
Rabiner and A R Lingford-Hughes
Link...
.Marco Dal Negro |