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Curare la depressione che non risponde alle terapie con la psilocibina: uno studio U.K. (13/06/2016)

All'Imperial College London hanno affrontato il problema di quel 20% di casi di depressione che non rispondono alle terapie attualmente disponibili, testando l'uso della psilocibina, un principio attivo contenuto in alcuni funghi allucinogeni noti da diversi millenni.

Si tratta di uno studio di piccole dimensioni ma che apre, in alcuni casi, nuove opzioni terapeutiche per la depressione.
Precedenti studi hanno indagato le capacità terapeutiche della psilocibina per affrontare diversi problemi come l'ansia della morte o i problemi ossessivo-compulsivi.

Gli allucinogeni come la psilocibine provocano facilmente effetti secondari non trascurabili, come ansia, paranoia, allucinazioni e non solo, già a partire dagli anni '60 del secolo scorso la psilocibina (come diverse altre sostanze simili allucinogene) è stata studiata e ne sono stati registrati molti degli effetti, primari e secondari.

Dato l'alto livello di rischio implicito, i ricercatori invitano chiunque sia tentato dal desiderio di provare senza adeguata assistenza medico-specialistica questa strada per uso terapeutico di qualsiasi tipo a non farlo, nel modo più assoluto.

Questo studio ha cercato di verificare se ed a quali condizioni la psilocibina poteva essere usata e lo ha fatto con 12 volontari (6 donne e 6 uomini, 30-64 anni di età) che non avevano risposto ad almeno due cicli di antidepressivi.
Undici di questi erano già stati in psicoterapia.
Tutti sono stati sottoposti ad attento esame preventivo ed i criteri utilizzati per escludere i partecipanti hanno riguardato le persone con una storia di tentativi di suicidio, quelli con diagnosi di un disturbo psicotico e altre condizioni mediche significative.
Tutti sono stati seguiti e supportati ininterrottamente prima, durante e dopo le somministrazioni di psilocibina che è stata fatta in due volte.

Durante ciascuna sessione di somministrazione sono stati tenuti sotto controllo ininterrotto la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e gli effetti riportati dai partecipanti.
Durante lo studio non sono stati riportati effetti collaterali inattesi e tutti i partecipanti hanno riferito stati temporanei di ansia prima e durante la somministrazione iniziale.

Tutti i pazienti hanno mostrato qualche miglioramento nei sintomi per almeno tre settimane.
Sette di questi hanno continuato ad avere benefici ancora tre mesi dopo il trattamento e cinque, dopo tre mesi, sono rimasti in remissione.

 

Gli autori dello studio ne indicano alcuni limiti: oltre alle contenute dimensioni del campione, come in alcuni lavori precedenti ci sarebbe potuto essere spazio per un effetto terapeutico dato dalla suggestione o dal supporto psicologico fornito durante lo studio.

Per saperne di più
The Lancet Psychiatry
Psilocybin with psychological support for treatment-resistant depression: an open-label feasibility study
Carhart-Harris, Robin L et al.
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Imperial College London
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MRC - Medical Research Council
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Marco Dal Negro