La tendenza a bere troppo alcol può essere anche
legata alla presenza di una variante genetica che
influisce sul rilascio di una proteina cerebrale.
Uno studio sui topi diretto dal Professor Dorit Ron,
PhD, Endowed Chair of Cell Biology of Addiction,
Department of Neurology, University of California,
San Francisco, ha verificato che i portari della
variante genetica Met68BDNF, che riduce il rilascio
del fattore neurotrofico derivato dal cervello BDNF,
influisce sulla tendenza a consumare quantità
eccessive di alcol.

Il legame tra BDNF e
tendenza ad eccedere perdendo la capacità di
autolimitarsi, in molti campi, dal cibo al sesso ad
esempio, è già nota da tempo, ma la novità qui è di
avere trovato un nesso con una variante genetica
legata alla carenza di BDNF.
La riduzione di questa proteina nel cervello è già
stata associata a diverse patologie psichiatriche
tra cui la schizofrenia e la depressione.
In un precedente studio,
sostenuto dagli US National Institute on Alcohol
Abuse and Alcoholism NIAAA, era già emerso che il
binge drinking degli adolescenti è collegato con
livelli più bassi del fattore neurotrofico derivato
dal cervello BDNF e che questi cambiamenti
persistono anche nell'età adulta.
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Gli studiosi hanno
scoperto poi che aumentando i livelli di BDNF nel
settore ventromediale della corteccia prefrontale,
una zona coinvolta nella ricerca compulsiva di alcol
e droghe, i topi ritornavano a consumare livelli
normali di alcol.
Somministrando poi un
composto farmaceutico creato per mimare l'azione del
BDNF i ricercatori hanno interrotto i comportamenti
compulsivi legati all'alcol. Il composto (LM22A-4)
potrebbe avere un ruolo anche negli esseri umani,
sembra infatti ridurre l'assunzione compulsiva di
alcol senza avere un effetto generalizzato sulla
motivazione.
Maggiori dettagli sono
presenti nella
pagina in inglese di questo articolo.
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Per saperne di più
The
National Institutes of Health (NIH)
Marco Dal Negro |