I raggi del sole (o delle lampade abbronzanti)
possono danneggiare il DNA causando il cancro della
pelle anche alcune ore dopo l'esposizione, e la
melanina, il pigmento scuro della pelle, sembra
esserne la causa.
Normalmente si pensa
alla melanina come quel pigmento protettivo che
blocca le radiazioni UV che danneggiando il DNA e
contribuiscono alla formazione del cancro alla
pelle. Ma non sembra essere così.
Il processo inizia quando la radiazione causa danni
o rotture del DNA che possono portare a mutazioni
cancerogene, e queste lesioni generalmente appaiono
entro meno di un secondo dopo l'esposizione alla
radiazione UV. Non solo.
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Lo scienziato Sanjay
Premi ed i suoi colleghi ora hanno mostrato sui topi
e sulle cellule umane che queste lesioni possono
apparire nelle cellule che producono la melanina
fino a 3 ore dopo l'esposizione alla radiazione UV.
I ricercatori ritengono
che la radiazione UV produca ossigeno reattivo ed
azoto che stimolano un elettrone nella melanina e
che il rilascio di questa energia causi le lesioni
al DNA.
Secondo gli scienziati
si dovrebbe ricercare un composto in grado di
spegnere questo stato di eccessiva energia,
integrandolo in prodotti che fungano da protezioni
solari dopo l'esposizione al sole.
Per saperne di più
Due articoli:
"Chemiexcitation of
melanin derivatives induces DNA photoproducts long
after UV exposure," by S. Premi; S. Wallisch; C.M.
Mano; A.B. Weiner; A. Bacchiocchi; R. Halaban; D.E.
Brash at Yale University School of Medicine in New
Haven, CT; C.M. Mano; E.J.H. Bechara at Universidade
de São Paulo in São Paulo, Brazil; K. Wakamatsu at
Fujita Health University School of Health Sciences
in Toyoake, Japan; E.J.H. Bechara at Universidade
Federal de São Paulo in São Paulo, Brazil; T. Douki
at Université Joseph Fourier Grenoble in Grenoble,
France; T. Douki at Commissariat à l’Energie
Atomique (CEA) in Grenoble, France; A.B. Weiner at
University of Chicago in Chicago, IL.
http://www.sciencemag.org/content/347/6224/842
"The dark side of
sunlight and melanoma," by J.-S. Taylor at
Washington University in St. Louis, MO.
http://www.sciencemag.org/content/347/6224/824.summary
Marco Dal Negro |