In controtendenza rispetto alla credenza popolare, i ricercatori della Harvard School of Public Health (HSPH) hanno trovato che gli acidi grassi omega-3 contenuti nel pesce non servono per proteggere dalla depressione.

Si tratta di uno studio di dimensioni imponenti: i ricercatori hanno analizzato gli eventuali legami tra l'assunzione di acidi grassi ed i suicidi in una platea di 205.000 partecipanti a tre studi di lungo periodo.
Guardando ai dati dei questionari biennali sottoposti a 42.290 uomini inclusi nell'Health Professionals Follow-up Study (1988-2008), a 72.231 donne incluse nel Nurses’ Health Study II (1993-2007), e a 90.836 donne incluse nel Nurses’ Health Study II (1993-2007), i ricercatori non hanno riscontrato evidenze del fatto che l'assunzione di acidi grassi di pesce abbassasse il rischio di suicidio.

"Da un punto di vista di salute pubblica ciò è piuttosto significativo" ha dichiarato Alexander Tsai, assistente professore di psichiatria alla Harvard Medical School ed al Massachusetts General Hospital e ricercatore all'Harvard Center for Population and Development Studies, che ha co-diretto lo studio con Michel Lucas. Secondo il ricercatore questa è la prima volta che si affronta il rapporto tra assunzione di acidi grassi e suicidio dal punto di vista del suicidio. I precedenti studi hanno normalmente guardato all'eventuale beneficio sulla salute mentale, legato agli acidi grassi, basandosi su screening di dati sulla depressione.

Lo studio è stato pubblicato sul numero dell'8 maggio 2014 del American Journal of Epidemiology.

La Harvard School of Public Health (HSPH) si era già occupata dei rapporti tra alimentazione e salute mentale, come descritto nell'articolo: Approfonditi i rapporti tra alimentazione e depressione.

Per saperne di più
The American Journal of Epidemiology
Suicide Mortality in Relation to Dietary Intake of n-3 and n-6 Polyunsaturated Fatty Acids and Fish: Equivocal Findings From 3 Large US Cohort Studies

Harvard School of Public Health (HSPH)

Marco Dal Negro