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Insieme livelli singolarmente sicuri di contaminanti diventano pericolosi (17/09/2013)

Di solito pensando al cibo da un punto di vista della salute, si pensa alle quantità mangiate o da mangiare, oppure ai nutrienti contenuti negli alimenti, ai cibi da scegliere e quelli da evitare o limitare. Si pensa a cosa si mangia, ma non a cosa c'è dentro in più, oltre ai nutrienti, a tutte quelle sostanze che non fanno naturalmente parte dei cibi, ma che si sono infilate abusivamente all'interno di essi e che spesso fanno male.


Qualcuno dirà che si tratta di dosi minime di queste sostanze e che studi approfonditi hanno mostrato che non sono pericolose. Vero, forse, se considerate singolarmente.

Però qualcuno si è preso la briga di vedere cosa succede al corpo umano quando si considera l'insieme di queste sostanze inquinanti, ed il risultato cambia: fanno male, sono dannose.

I risultati dell'ultima ricerca in questa direzione, pubblicati sul numero di settembre del The FASEB Journal (The Journal of the Federation of American Sicieties for Experimental Biology), sostengono la necessità di ripensare il modo di valutare la definizione dei rischi quando si pensa che la popolazione umana è ampiamente esposta a bassi livelli di migliaia di composti chimici e che sarà necessario misurare e valutare l'impatto sulla salute di queste misture di inquinanti.
Brigitte Le Magueresse-Battistoni, ricercatrice del francese Institut national de la santé et de la recherche médicale (INSERM), ha partecipato allo studio e spiega che un inquinante può avere effetti dieversi quando associato ad altri inquinanti. I dati dello studio permettono di comprendere meglio e di vedere da un nuovo punto di vista l'impatto che i contaminanti presenti nei cibi hanno sullo sviluppo delle malattie del metabolismo.

I ricercatori hanno effettuato esprimenti su topi obesi, divisi in due gruppi. Ambedue alimentati con una dieta arricchita con molti grassi e molti zuccheri, ma ad un gruppo è stato anche aggiunto un cocktail di inquinanti a dosi bassissime, somministrato a partire da prima del concepimento e fino all'età adulta.

Nel gruppo che aveva ricevuto gli inquinanti gli studiosi non hanno riscontrato tossicità o eccessivo incremento di peso ma hanno rilevato un deterioramento della tolleranza nei confronti del glucosio da parte delle femmine, probabilmente per una carenza di segnali legati all'insulina.
I risultati dello studio fanno pensare che la miscela di inquinanti abbia ridotto l'attività degli estroheni nel fegato, stimolando un enzima legato all'eliminazione degli estrogeni.

Per contro, nei maschi il cocktail di inquinanti non ha avuto conseguenze sulla tolleranza al glucosio, anche se i maschi hanno mostrato alcuni cambiamenti nel fegato per quanto riguarda la sintesi ed il trasporto del colesterolo.
Questo studio supporta l'ipotesi che gli inquinanti possano contribuire alla crescente diffusione di malattie croniche come il diabete ed i disturbi del metabolismo.

Gerald Weissmann, M.D., caporedattore del giornale FASEB riassume sottolineando come un insieme di livelli inoffensivi di inquinanti e contaminanti, se presenti contemporaneamente, possono diventare pericolosi ed avere un impatto sulla salute pubblica.

Per saperne di più sul colesterolo...

Per saperne di più
Federation of American Societies for Experimental Biology

Marco Dal Negro

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