Quello che avremo mangiato nei giorni precedenti
un'eventuale intervento chirurgico probabilmente
influirà sul decorso post-operatorio, molto più di
quello che ci si sarebbe aspettato. E tutto è legato
al grasso presente nel nostro corpo, che ha un ruolo
molto più attivo di quanto spesso si pensi.
In uno studio del Brigham and Women's Hospital (BWH)
i ricercatori hanno trovato che il trauma diretto,
legato ad un intervento chirurgico, ha un impatto
sull'equilibrio chimico delle sostanze contenute nei
tessuti grassi, che sono note per portare le
comunicazioni agli organi vicini e lontani.
Nello studio si è visto che dei topi, normalmente
alimentati secondo i parametri tipici
dell'alimentazione occidentale, con molti grassi,
hanno evidenziato risposte molto squilibrate
rispetto ai topi del gruppo di controllo.
Modificando qualche settimana prima dell'intervento
la dieta, limitando l'assunzione di grassi, si è
visto che lo squilibrio tendeva a scomparire e si
tornava ad una situazione più normale.
Lo studio è pubblicato sul numero di Aprile 2013 del
giornale Surgery.
Il principale autore
dello studio C. Keith Ozaki, MD, Direttore del BWH
Vascular Surgery Research, ha misurato la risposta
da parte del grasso all'intervento chirurgico ed ha
verificato se limitare l'assunzione di calorie prima
dell'intervento cambia la reazione al bisturi da
parte dei tessuti grassi.
Ozaki spiega che i chirurghi hanno imparato che
minimizzando i traumi il paziente ha un decorso
post-operatorio più breve. Mentre lo fanno bene per
quanto riguarda specifici organi come il cuore o
come i vasi sanguigni, il fegato e così via,
storicamente non hanno prestato una grande
attenzione al grasso che tagliavano per raggiungere
l'oggetto dell'intervento.
Quanto scoperto ora pone una sfida a tutti per
apprendere come il grasso risponde al trauma, quali
fattori influenzano questa risposta e come la
risposta del grasso è legata alle conseguenze sui
singoli pazienti.
Gli studiosi hanno alimentato un gruppo di topi con
una dieta nella quale il 60% delle calorie veniva da
grassi, mentre per il gruppo di controllo la
percentuale di calorie fornite dai grassi era del
10%.
Tre settimane prima dell'intervento chirurgico i
ricercatori hanno preso alcuni dei topi alimentati
con molti grassi e li hanno portati alla dieta
normale. Durante l'intervento i ricercatori hanno
riprodotto le normali procedure che si seguono negli
interventi chirurgici di una certa importanza, ed
hanno verificato che il trauma chirurgico influiva
rapidamente sui tessuti grassi, sia vicini che
lontani dall'area dell'intervento. Tutto ciò si è
tradotto in un aumento delle infiammazioni e ad una
diminuzione della sintesi ormonale specifica delle
cellule grasse, specialmente nei giovani adulti di
topo ed in quelli nei quali era stata simulata una
infezione della ferita.
In ogni caso, riducendo l'assunzione di cibo prima
dell'intervento si aveva una inversione di tendenza
per quanto riguarda queste attività, per i topi di
ogni età, anche per quelli con infezione simulata.
I risultati portano a pensare che mentre il grasso è
un tessuto presente in modo dominante nel corpo
umano, la sua capacità di cambiare rapidamente
potrebbe essere sfruttata per ridurre le
complicazioni durante situazioni di stress, come la
chirurgia.
In una recensione di James Mitchell, PhD, assistente
professore di Genetics and Complex Diseases, Harvard
School of Public Health, i ricercatori propongono di
modificare la dieta pre-operatoria anche negli
esseri umani per vedere se ne consegue un calo
nell'incidenza e nella gravità delle complicazioni
post-operatorie legate alle eccessive infiammazioni
così come ad altri elementi di stress.
Ulteriori informazioni sulle istituzioni che hanno
supportato lo studio a vario titolo potete vedere la
versione inglese di questa pagina.
Per saperne di più
http://www.journals.elsevier.com/surgery/
(MDN)
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