Le cellule del midollo osseo che producono il
fattore neurotrofico cerebrale (Bdnf) e agiscono
anche sulla regolazione dell'appetito possono
spostarsi dall'ipotalamo al cervello anche in età
adulta, ma se vengono a mancare, l'organismo tende a
mangiare troppo fino a diventare obeso. A stabilirlo
è uno studio del Baylor College of Medicine (Usa) e
della Shiga University of Medical Science (Giappone)
pubblicato sulla rivista 'Nature Communications'.
Secondo lo studio, sviluppato sui topi, c'è un
soluzione: un trapianto del midollo osseo. "Questa
procedura è infatti in grado di ripristinare il gene
- spiegano - che dà vita alle cellule che producono
il fattore neurotrofico e può così normalizzare la
sfrenata voglia di cibo. E in futuro - suggeriscono
- si potrebbero anche creare dei farmaci ad hoc che
possono stimolare il cervello attraverso il sangue
ed intervenire così sull'appetito".
"Sapevamo - sottolinea Lawrence Chan, autore della
ricerca - che nello sviluppo embrionale alcune
cellule del sangue possono spostarsi nel cervello.
Ma è la prima volta che è questo è stato dimostrato
sui topi e può accadere nell'età adulta".
Lo studio ha evidenziato che le cavie, nate senza le
cellule del sangue che producono il fattore
neurotrofico, tendono a mangiare troppo, a diventare
obese e a sviluppare una resistenza all'insulina,
preludio del diabete. Ma un trapianto di midollo
osseo "che ripristina il gene delle cellule che
producono il fattore neurotrofico, può normalizzare
l'appetito e controllare quanto si mangia",
avvertono gli scienziati.
Per maggiori informazioni vedi la
pagina in inglese di questa notizia.
Vedi anche
Fame perenne, scoperta una possibile causa genetica
dell'obesità (20/03/2012)
Baylor College of Medicine
(MDN)
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