L'impatto della carnitina sull'organismo è sicuramente ancora troppo poco conosciuto: è contenuta in diversi cibi, prevalentemente nella carne rossa, ma anche nel pollo, nel pesce ed in alcune verdure, ma c'è anche chi l'assume con integratori e bevande
energetiche perchè pensa che dia energia ai muscoli e chi la prende perché ritiene che aiuti ad eliminare i grassi e a limitare il colesterolo.
Anche tra il consumo eccessivo di carne e le patologie cardiache c'è una relazione. Un nuovo studio ipotizza che
questo legame nasca dall'opera della flora batterica sulla carnitina.

Quando il cibo entra in contatto con la flora batterica viene elaborato attraverso molti processi chimici, uno dei quali produce la trimetilammina-N-ossido (TMAO), che è stata associata con l'aterosclerosi, promuovendo la formazione delle placche che irrigidiscono le arterie.
Il gruppo di ricerca coordinato dal Dr. Stanley L. Hazen e da Robert A. Koeth della Cleveland Clinic ha ipotizzato che ci fosse un legame tra le patologie cardiache e la carnitina, abbondante nella carne rossa, e che contiene trimetilammina.
Nello studio si è visto che le persone che mangiavano regolarmente carne rossa avevano una produzione di TMAO maggiore rispetto ai vegetariani o ai vegani. Quando ai partecipanti sono stati somministrati antibiotici per sopprimere la flora intestinale, dopo avere mangiato carnitina i volontari producevano meno TMAO, facendo
presumere che la flora intestinale fosse coinvolta nella
produzione di TMAO da carnitina.
L'analisi della flora batterica intestinale dei diversi partecipanti ha mostrato, come facilmente prevedibile, delle differenze tra carnivori e vegetariani. I ricercatori hanno anche trovato dei legami tra il consumo di carnitina ed i livelli plasmatici di TMAO, confermando che le abitudini alimentari possono influenzare la flora batterica intestinale, e quindi la capacità di formare TMAO dalla carnitina.
I ricercatori hanno poi studiato 2.600 pazienti che stavano sottoponendosi a valutazioni cardiache ed hanno trovato che i livelli di carnitina nel sangue erano associati al rischio di patologie cardiache, di attacchi cardiaci ed ictus: ad alti livelli corrispondeva un alto rischio.
Ulteriori conferme sono arrivate dallo studio sui topi in laboratorio.
Secondo il Dr. Stanley L. Hazen la composizione della flora batterica intestinale si adatta alle abitudini alimentari e quindi una dieta
troppo ricca di carnitina porterà ad avere più batteri che la amano e la metabolizzano, mettendo particolarmente a rischio i grandi mangiatori di carne e carnitina.
Si conferma ancora una volta che l'equilibrio del nostro organismo è molto complesso, più complesso di quanto spesso si è portati a pensare. Le semplificazioni che facciamo quando diciamo che questo fa bene e va mangiato e quello fa male e non va mangiato possono portare solo a danneggiare l'organismo ed a farci del male. Il corpo ha bisogno di moltissime sostanze che si ottengono solo da un'alimentazione molto, molto variata, senza eccedere troppo con alcun alimento e senza eliminarne.
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(MDN)
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