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HIV non più rilevabile nel sangue di due ammalati trapiantati con staminali da midollo (04/07/2013)

A due pazienti con HIV da lungo tempo, dopo un trapianto di midollo osseo e l'interruzione delle terapie anti-retrovirali, non è stato più possibile rilevare l'infezione nel sangue. Un paziente ha interrotto gli anti-retrovirali da 15 settimane e l'altro da 7.


La notizia è piuttosto importante ed è stata illustrata il 3 luglio 2013 all'International AIDS Society Conference (IAS 2013) in corso a Kuala Lumpur, Malaysia, da Timothy Henrich, MD e da Daniel Kuritzkes, MD, ricercatori alla Division of Infectious Diseases del Brigham and Women's Hospital.

I due pazienti, che erano stati curati a Boston ed erano stati per lungo tempo in terapia per contenere il loro HIV, hanno ricevuto il trapianto di cellule staminali dopo avere sviluppato un linfoma, un tipo di cancro del sangue.
Timothy Henrich, però, è cauto: "Anche se questi risultati sono entusiasmanti non indicano ancora che i pazienti sono guariti. Sarà necessario seguirli per molto tempo, almeno un anno, per comprendere pienamente l'impatto del trapianto di midollo sulla capacità di persistere del virus."

La scorsa estate Henrich and Kuritzkes hanno annunciato che il virus è stato facilmente rilevato nei linfociti del sangue dei due uomini prima dei trapianti, e che è diventato non rilevabile otto mesi dopo il trapianto. Tuttavia, in quel momento, i due uomini erano ancora sotto terapia anti-retrovirale.

Dopo avere interrotto gli anti-retrovirali questa primavera ai pazienti continuano ad essere non rilevabili né DNA né RNA di HIV nel sangue. I due uomini sono frequentemente controllati ed i ricercatori hanno potuto perfezionare quanto scoperto esaminando, in seguito, ulteriori grandi volumi di cellule, plasma e tessuti.

Timothy Henrich spiega che è stata dimostrata una riduzione delle riserve di virus HIV nel sangue periferico dei due pazienti che oscilla tra un minimo 1.000 fino a 10.000 volte, ma ricorda che il virus potrebbe essere ancora presente in altri tessuti del cervello o del tratto gastrointestinale. Se il virus dovesse ritornare vorrebbe dire che anche questi due posti sono un importante serbatoio del virus e che sarebbero necessari nuovi approcci per valutare altri punti di accumulo dell'HIV per poter elaborare nuove strategie terapeutiche.

In ogni caso le possibilità di diffusione di questa terapia con le cellule staminali restano limitate a causa dei costi molto alti, anche se si aprono nuove strade che vanno approfondite.

Un'ultima osservazione: nel 2007 ci fu un altro caso di guarigione dall'HIV legata a trapianto di midollo osseo eseguito per leucemia, ma in questo caso i dottori utilizzarono le cellule staminali di un donatore con una rara mutazione genetica nota come CCR5 delta 32, che lo rendeva virtualmente resistente all'HIV, mentre i due pazienti di Boston hanno ricevuto cellule senza questa mutazione.

Per informazioni sui finanziamenti ricevuti per questo studio potete vedere la pagina in inglese di questo articolo.

Per saperne di più sulle cellule staminali...

Per saperne di più
Brigham and Women's Hospital

Marco Dal Negro

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