Succede più spesso di quanto non
si immagini: all'incontro seguono violenza e sopraffazione. Lo spiega la Dottoressa Yolanda Evans, assistente professore in pediatria presso la divisione di
medicina dell'adolescente al Seattle Children's Hospital. E prosegue invitando a parlarne con ragazze e ragazzi.
Nessun genitore vorrebbe la violenza negli
incontri e nei rapporti di propri figli: decidere quando è ora che una figlia o un figlio comincino a poter avere rapporti di coppia non è facile, ad avere rapporti intimi ancora meno, ma quanti si pongono il problema di eventuali rapporti con sopraffazione ed abusi?
Sfortunatamente circa il 10%
deglli studenti U.S. delle scuole superiori ha confessato di
essere stato, in qualche modo, oggetto di tentativi di soprusi o di violenze fisiche da
parte del o della partner. Ma questa percentuale non comprende tutti quei soprusi e quelle violenze psicologiche, telematiche, telfoniche, con SMS, minacce e ricatti psicologici o sociali, quelle
pressioni che rappresentano comunque, nella sostanza, un reale abuso, e non parliamo di quelli
pretestuosi o immaginati, ma di quelli veri, sostanziali. A volte si tratta anche solo di imporre modi di vestirsi, di comportarsi, di rapportarsi con gli altri o delle attività a cui partecipare, ma si tratta comunque di mancare di rispetto, di imporre, di abuso. Anche portare qualcuno all'isolamento sociale, dal gruppo, o ancora dalla famiglia, è violenza, come tutti gli atti di bullismo.
Poi c'è la violenza sessuale, quando si forza una persona a fare qualcosa che non vuole fare o partecipare a qualcosa cui non vorrebbe partecipare, comprese tutte quelle situazioni nelle quali il consenso è impossibile a causa dell'alcol o di sostanze che tolgono la capacità di opporsi.
In uno studio pubblicato su Pediatrics troviamo che gli adolescenti che hanno avuto l'esperienza di questa violenza erano più portati/e al Binge drinking, al fumo, mostravano più facilmente sintomi della depressione, pensavano più spesso al suicidio e vivevano situazioni di violenza intima più spesso degli altri. Ci sono più facilmente problemi con il cibo, con l'abuso di sostanze varie, e le persone abusate al liceo
vengono più facilmente abusate nuovamente all'università.
Nancy Diaz, una consulente specializzata in violenza domestica che ha lavorato a New York City, quando si è trovata a spiegare l'abuso verbale a degli/le adolescenti si è sentita dire che si trattava di normale conversazione. Spesso le stesse madri, che potevano essere giovani, avevano parlato loro del problema semplicemente
dicendo che si trattava del ciclo della violenza.
Quando una ragazza schiaffeggia un ragazzo questo spesso dice che non è un abuso perchè non gli ha fatto male, ma la Diaz spiega invece che si tratta di abuso. Continua spiegando che in alcune gangs l'inziazione di una ragazza prevede che faccia sesso con tutti i membri della banda. E' stupro, ma le ragazze non pensano che lo sia.
Per i genitori la protezione inizia con il conoscere le persone con cui stanno i figli e le figlie.
Evans spiega che scoprire che ci sono abusi può essere duro ma si deve cercare di vedere se c'è isolamento sociale, esclusione da parte degli amici e dalle attività, cercate ferite, lividi o graffi e
domandare come si sono fatti, soprattutto se sono in parti improbabili: se le storie sono poco credibili
bisogna approfondire.
La Diaz continua invitando a cogliere improvvisi cambiamenti nel modo di vestirsi, perchè potrebbero essere segni di abuso, ovviamente da approfondire. Il suo ragazzo, potrebbe farla vestire in modo da non attirare altri ragazzi.
Altri segni cui prestare attenzione:
bisogna avere
coscienza di certi comportamenti: se l'adolescente è sconvolto/a quando il proprio telefono è spento, o se il partner
continua a telefonare, messaggiare, possono essere tutti segni di un possibile comportamento possessivo.
Controllate regolarmente la pagina
facebook e quelle di altri social media perchè eventuali messaggi o post con umiliazioni o degradazione sono segni di qualcosa che non
funziona.
Ci sono poi modi nei quali i genitori possono aiutare i propri figli e le proprie figlie adolescenti a prevenire rapporti violenti:
siate modelli di comportamento corretti, specialmente nei rapporti intimi e quelli con le persone amate.
Parlate con loro presto di
cosa significa un rapporto nel quale ci si aiuta, tutti e due, reciprocamente, alla pari, e di come lo si vive, di come ci si sente.
Conoscete il ragazzo o la ragazza dei vostri figli/e, invitateli a mangiare insieme o a fare
qualunque altra cosa insieme.
Parlate con i
vostri figli/e e fatevi dire come stanno e come si sentono con i propri partner, cosa fanno e chi vedono.
Se scoprite
che ci sono abusi non rimproveratoli/e: è estremamente importante lasciare le linee di comunicazione aperte non facendole/i sentire giudicati, ma anzi, facendo sentire che siete dalla loro
parte che possono contare su di voi, che li
aiutereta.
Non dimenticate poi che ci sono anche diversi siti che possono aiutarvi in questo difficile compito.
Un ultimo dato, anche se americano: anche la scuola potrebbe essere di iuto, anche se una ricerca pubblicata su Pediatric
ha mostrato che più dell'80% delle scuole U.S. non dispone di un protocollo per aiutare adolescenti in difficoltà con problemi di violenta di coppia, anche se il 61% dei consulenti scolastici ha dichiarato di essere
stato contattato da adolescenti per consigli riguardo a
problemi di violenza.
E, aggiungiamo noi, meglio un protocollo che niente, ma se pensiamo che un protocollo di comportamento su come docenti ed educatori devono affrontare questi problemi possa risolvere o aiutare un adolescente in queste situazioni, sostituendo preparazione e sensibilità degli operatori, siamo nel mondo dei sogni.
Per saperne di più
Seattle
Children’s Hospital, Research and Foundation
(MDN)
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