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Controllare l'attività cerebrale migliora la sensibilità visiva (28/02/2013)

 

E' possibile insegnare alle persone a controllare l'attività di specifiche aree del proprio cervello, è ciò potrebbe rivelarsi molto utile per esempio nei casi di ictus quando si manifestano problemi funzionali dell'attività cerebrale.

Brain scan showing activity pre- and post-training

Ricercatori del Wellcome Trust Centre for Neuroimaging della UCL hanno utilizzato una tecnica non-invasiva per ottenere immagini del proprio cervello in tempo reale, in modo che i partecipanti allo studio potessero seguirne l'attività su di uno schermo. E' una tecnica chiamata neurofeedback.
Durante l'addestramento venne chiesto di cercare di aumentare l'attività nell'area del cervello che elabora le informazioni visive, la corteccia visiva, immaginando delle illustrazioni ed osservando come rispondeva il cervello.

Dopo la fase dell'addestramento, la percezione visiva dei partecipanti veniva verificata utilizzando un nuovo compito che richiedeva loro di rilevare dei cambiamenti minimi nel contrasto di un'immagine.

Quando venne richiesto loro di ripetere l'operazione mentre veniva bloccata l'attività della corteccia visiva agli alti livelli, si vide che quelli che avevano imparato bene a controllare la propria attività cerebrale riuscivano ad incrementare la propria capacità di rilevare anche cambiamenti minimi nel contrasto.

Questo incremento della capacità era osservabile solo quando i partecipanti esercitavano il controllo dell'attività cerebrale.

Il principale autore dello studio, il Dr. Frank Scharnowski, che oggi lavora con l'Università di Ginevra, spiega che è stato verificato che è possibile addestrare le persone a manipolare il proprio cervello ed a migliorare le proprie capacità visive senza interventi chirurgici né farmaci.

In passato i ricercatori avevano usato delle registrazioni dell'attività elettrica del cervello per addestrare le persone a svolgere meglio diversi compiti, compreso diminuire i tempi di reazione, ottenere risposte emotive alterate ed anche migliorare le performance musicali.

In questo studio i ricercatori hanno usato la risonanza magnetica funzionale per fornire ai volontari un riscontro in tempo reale dell'attività cerebrale. Il vantaggio di questa tecnica è che si possono vedere esattamente i punti del cervello nei quali l'addestramento sta producendo effetti, in modo da indirizzare l'esercizio verso particolari aree cerebrali, che sono responsabili per determinati compiti.

Il Dr. Frank Scharnowski conclude spiegando che il prossimo passo sarà quello di verificare questo approccio in ambito clinico per valutare la possibilità di ottenere benefici per i pazienti con problemi di percezione.

Per saperne di più
University College London

(MDN)


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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