Il metodo
"Dal medico ci si aspetta
tutto, attenzione e comprensione in quanto il paziente non è una semplice collezione di
sintomi, segni, funzioni alterate, organi lesi o sensazioni disturbate. Egli è invece un
essere umano con paure e speranze che cerca sollievo, aiuto e rassicurazione. Per il
medico, come per lantropologo, nulla delluomo è strano o rimuginante. Il
misantropo può divenire un abile diagnosta delle malattie organiche, ma ha pochissime
probabilità di riuscire come medico. Il vero medico ha interesse profondo per il saggio e
per il pazzo, per lorgoglioso e per lumile, per leroe stoico e per il
vagabondo lamentoso: egli si prende cura della gente". (Braunwald e coll.)
In questa citazione è esplicita la
premessa fondamentale alla metodologia caratteristica della medicina cosiddetta ufficiale
e cioè, come il medico deve in primo luogo essere una persona che "incontra"
persone malate, persone non da considerare numeri né solo casi clinici, persone
sofferenti che chiedono aiuto, aiuto da un medico che sia innanzitutto "persona"
al di là, "oltre" il suo sapere e le sue capacità diagnostiche e terapeutiche.
Tutto ciò è quello che gli antichi
medici greci chiamavano "Em-Pathos", "empatia", cioè la capacità del
medico di "soffrire - con", di soffrire insieme (sim - patia), senza ovviamente
perdere la lucida capacità di osservare, ascoltare, analizzare e sintetizzare quindi i
vari dati in quelle parole denominate "diagnosi".
Dunque linizio è
lincontro umano denominato "rapporto medico - paziente", rapporto che
sarà via via sempre più importante (fino a volte a diventare esso stesso di grande
rilevanza terapeutica) mano a mano che il medico procederà con i seguenti capisaldi
metodologici: raccolta dellanamnesi; esame obiettivo;
esami di
laboratorio; consulenze specialistiche; esami complessi; la diagnosi; la terapia.
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