Anzi, come dicono quelli che la sanno molto lunga, e che la seguono appassionatamente fin
dai tempi del suo primo album, "Y can't Tori read", anno di grazia 1988, miss
Amos "è uno dei personaggi più intensi e provocanti della pop music di questi
ultimi tempi.Tant'è vero che i suoi testi toccanti, la
sua musicalità raffinata, le sue interpretazioni passionali, l'hanno trasformata in
un'autentica cult artist per milioni di fans in tutto il mondo".Da poco
uscito il suo quinto disco, "From the choirgirl hotel", che,
segna un ulteriore passo in avanti nell'originalissima dimensione
estetica di questa giovane cantante e pianista nord-americana.
L'intervista
Signorina Amos, ci può spiegare come ha iniziato
a cantare?
"Dapprima c'è stato il
pianoforte: ho iniziato a suonarlo da giovanissima, mia madre dice che avevo sì e no due
anni e mezzo. E tutti mi consideravano una bambina prodigio: tant'è vero che non ho avuto
alcuna difficoltà a vincere una borsa di studio messa in palio dal Peabody Institute, il
prestigioso Conservatorio di Baltimora. Però, visto che fin da piccola ascoltavo quasi
soltanto rock, che consideravo la mia musica per antonomasia, non fui ritenuta ideonea per
lo studio della musica classica. Se a questo si aggiunge il mio carattere ribelle,
profondamente naif, non può certo sorprendere il fatto che ben presto fui cacciata
dall'Institute. Non avevo ancora dodic'anni...".
E come prese quell'espulsione?
"Malissimo! La musica per me
era tutto, e non mi rassegnavo all'idea di doverne fare a meno... Per fortuna mio padre fu
molto comprensivo con me: mi stette sempre molto vicino, mi spronò a continuare in
maniera autonoma i miei studi. E questo mi fece molto bene. Si figuri che, pur di farmi
esibire, mio padre non esitò ad accettare per me anche gli ingaggi più strani: come
quelli di un paio di club cittadini per soli omosessuali... Fu proprio lì che il mio
carattere, già molto indipendente per natura, si affinò ulteriormente. Tanto da
spingermi a cambiare il mio vero nome, Ellen, in Tori: che mi piace infinitamente di
più!".
E la sua musica andò di conseguenza...
"Certo: il percorso della mia
musica coincide perfettamente con l'evoluzione della mia vita personale. Voglio dire che
per me la musica non è soltanto una passione, ma un mezzo per esprimere la mia dimensione
interiore, i miei sentimenti, i miei pensieri più profondi. Infatti io scrivo ciò che
provo. E canto con il cuore, con lo stomaco, con le viscere...".
Infatti alcuni poveri di spirito sostengono che
nei suoi concerti dal vivo la sensualità faccia la parte del leone...
"Mi vien da ridere al solo
pensiero! Sensualità... che diavolo vuol dire? In realtà, dal mio punto di vista, quello
che appare come sensuale rappresenta soltanto il mio grande desiderio di donare amore! E
se dentro questo amore c'è spazio anche per il sesso... beh, mi sembra una cosa fin
troppo ovvia e naturale! Ci sono ancora troppe donne in giro che si vergognano di mostrare
in pubblico la propria passionalità. E troppi uomini che fuggono come conigli davanti ai
loro sentimenti più intimi!".
E' forse per questo che intrattiene un rapporto
così "fisico" con il suo pianoforte?
"Certo. Per me il pianoforte
è un essere vivente, e capita spesso che lo abbracci
e lo baci come se fosse il mio fidanzato! Inoltre, credo che non siano state esplorate
fino in fondo tutte le sue potenzialità:
il pianoforte è l'unico strumento acustico
che può essere usato in modo percussivo, o come un'intera orchestra, oppure ancora può
essere fonte di incredibili effetti rumoristici.
E' uno strumento straordinario... Se gli dai tanto, te lo restituisce con gli
interessi!". |