Joe
Zawinul
L'intervista
Spesso capita che il talento vero negli anni si alimenti da solo, trovi in sé il modo di inventare, rinnovare e superare i passi conquistati. E' certo anche il caso di Joe Zawinul, che a 70 anni pubblica un album affascinante e ricchissimo, "Faces&Places" (ESC Records), una sorta di quintessenza dello stile del compositore. Elegante e innovativo, non delude le aspettative il disco del fondatore dei Weather Report, il gruppo anni Settanta votato alla fusion, creato a fianco del jazzista Wayne Shorter.'
Faces&Places' è frutto di un lungo viaggio intorno al mondo in compagnia di un folto gruppo di musicisti, per catturare al meglio profumi e colori di facce, paesi, luoghi: dalla Tunisia alla Nuova Caledonia, dall'India alla Russia.
Nell'album fanno la loro significativa apparizione una serie interminabile di musicisti: cantano l'africana Sabine Kabongo delle Zap Mama così come la brasiliana Maria Joao; suonano i bassisti del Camerun Richard Bona e Etienne MBappe e l'indiano Zakir Hussain alle tablas. Alle percussioni Zawinul ha voluto musicisti africani e latini, e ha invitato Richard Page, del gruppo pop inglese anni Ottanta Mr.Mister, per duettare con lui nel brano 'Familiar to me'. Una formazione dal respiro internazionale, in perfetto stile fusion, logica continuazione del gruppo Zawinul Syndicate, nato degli anni '90 per consentire l'incontro tra musica etnica e jazz.
La vita di Zawinul ha influenzato non poco la produzione musicale, votata al soddisfare le continue curiosità dell'artista austriaco, instancabile nel trovare ispirazioni nuove da rendere in musica. Nato poverissimo in un villaggio contadino nei dintorni di Vienna, emigrato negli Stati Uniti come tanti europei in tempo di guerra, Zawinul diventerà l'artefice di una delle più grandi rivoluzioni musicali: pianista e tastierista eccellente, contamina il jazz con strumenti elettrici e diventa il pupillo di Miles Davis, che nel famoso album 'In a silent way' gli offre il posto d'onore: è di Zawinul il brano che dà il titolo al disco.
Oggi l'artista, ormai americano adottivo, è ancora una viva leggenda della fusion e della world music, un esempio contemporaneo per molti musicisti e dj che trovano in lui e nei suoi dischi linfa vitale.
La sua musica è in grado di rappresentare lo spirito dei paesi e della gente che incontra. Quando è partito per 'Faces&Places', di che cosa andava in cerca?
Posso dire subito che siamo tornati a casa quando abbiamo trovato tutti i suoni che cercavamo, che ci sembravano perfetti per questo nuovo lavoro. E questo è stato il filo conduttore dell'album, riassunto del brano di apertura, 'The Search'. Volevo catturare soprattutto le atmosfere del viaggio, per portare con me le sensazioni che avevo provato. Non parto mai con l'idea di trovare un suono 'globale' o rappresentativo in modo universale: mi piace improvvisare le melodie, le scrivo subito così da non perderne la freschezza. Anche la traccia del titolo è stata improvvisata, poi, in studio, l'ho interpretata secondo l'ispirazione originaria.
Oggi molti giovani artisti devono esserle grati per le sue innovazioni musicali. Che cosa pensa della nuova elettronica?
Mi piace molto, anche se escono ogni giorno troppi dischi di cui si potrebbe fare a meno
Molti ragazzi oggi utilizzano l'elettronica e le attrezzature senza sapere veramente come usarle. La tecnologia forse oggi è
troppa..io, Billie Holiday, Wayne Shorter, Miles Davis eravamo davvero fortunati perché 'facevamo' la musica, lavoravamo sodo su ogni pezzo, ma la musica era qualcosa di artigianale, direi. Oggi comunque mi piacciono molto i i
remixes, li trovo interessanti, e trovo che siano bravi manipolatori del suono come Kruder&Dorfmeister. E poi adoro il rock dei Rolling
Stones.
Ha mai nostalgia di Vienna?
Certo, è il mio paese, e ho molta nostalgia della lingua. L'austriaco è una lingua molto dolce, i dialetti hanno il ritmo del basso! In questo album c'è un pezzo, 'Rooftops of Vienna', dedicato alla città e ai suoi tetti.
Lei ha cominciato la sua carriera in una orchestra da ballo di Vienna: dopo tante esperienze oggi cosa vede, se si volta indietro?
Penso di essere felice, perché ho avuto una vita bella, ricca, piena di persone e di emozioni. Ho una bella famiglia, e che mi sento bene a casa, in California, mi sento in forma. Ho vissuto una vita da zingaro, ma sono grato per il talento che mi è stato concesso. Oggi guardo avanti, e ho ancora voglia di suonare e divertirmi. Mi sento come un giovane che deve ancora conoscere e capire la vita.
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