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Se ne avete le tasche piene di sorbettarvi, al mare o ai monti, le inutili sciagurataggini dei vari dj Bobo, dj Francesco e dj Molella, vi suggeriamo un rimedio rapido rapido, semplice semplice. E cioè uno di quei dischi che si possono “leggere” - in questo caso |
centellinare - su svariati livelli, dal più “alto” (e sacrale) al più “basso” (e rilassante). E in quest’ultima ipotesi non saremmo davvero sorpresi di poterlo ascoltare, prima o poi, in una di quelle “happy hour” che si celebrano, al crepuscolo, nei locali più “cool” delle spiagge italiane. Il disco in questione è opera di un giovane, straordinario, pianista greco: Vassilis Tsabropoulos, dita agilissime e tecnica sopraffina. Che ha ripreso alcuni inni pasquali della tradizione cristiano-ortodossa, li ha straniati dal loro abituale contesto religioso e li ha riproposti come meri reperti musicali: un po’ come aveva fatto, cinque lustri fa, il grande Keith Jarrett con i Sacred Hymns di George Ivanovitch Gurdjieff. Il risultato è sublime: per il corpo, per la mente e anche per l’anima. Ed è sorprendente notare quanto moderni possano essere, ancor oggi, canti e inni vecchi di quasi duemila anni. |