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Cecilia Chailly
è l'ultima rampolla di una celeberrima famiglia di musicisti classici, è
sorella del grande "conductor" Riccardo, a sei anni è stata solista nel
coro delle voci bianche dell'Accademia Filarmonica Romana, a diciannove
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arpa nell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Questo per dire del suo formidabile lignaggio. Che, oltre al talento musicale, le ha anche regalato una notevole facilità di scrittura, visto che il suo romanzo d'esordio - "Era dell'amore", Bompiani - ha immediatamente vinto alcuni prestigiosi premi letterari (fra gli altri, il "Rapallo" e il "Procida Elsa Morante") quale miglior opera prima. Ma non divaghiamo, e ritorniamo prontamente alla musica._Che Cecilia caratterizza sempre con titoli che cominciano con la "a" (ora c'è "Ama", nel 1997 c'era l'album d'esordio "Anima") e, soprattutto, con un intrigante "melting pot" di generi e riferimenti, che vanno dalla classica al pop, dal jazz alla New Age intelligente: per sfociare alla fine in un "unicum" esclusivamente caratterizzato dalla sua personalità di compositore/arrangiatore/esecutore. "Ama" è tutto questo, e qualcos'altro ancora. E' un'eccellente unità degli opposti, di Yin e di Yang, di spirito e materia. E' uno splendido esempio di equilibrio fra passato e futuro, in cui coesistono il canto sacro di "Alleluja Om" e le pulsioni erotiche di "Che devo fare?!?".
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