La carenza di vitamina D è responsabile di problemi alle ossa, ma è stata anche associata con un incremento nello sviluppo di tumori, con malattie cardiovascolari, sclerosi multipla, artrite reumatoide e diabete mellito di tipo 1.

La carenza di vitamina D non causa solo rachitismo nei bambini ma contribuisce all’insorgere ed all’aggravarsi dell’osteoporosi e causa la dolorosa osteomalacia.

Pochi alimenti contengono naturalmente vitamina D.
I pesci grassi come il salmone (360 UI per porzione da 100 gr.), lo sgombro e le sardine sono buone fonti di vitamina D3,
i tuorli contengono vitamina D in quantità variabili (di solito non più di 50 UI per tuorlo) e l’olio di fegato di merluzzo, un’ottima fonte di vitamina D3.

Quando ci esponiamo al sole i raggi ultravioletti B vengono assorbiti dal 7-deidrocholesterolo nella pelle, portando alla sua trasformazione in previtamina D3, che viene rapidamente convertita in vitamina D3.

Stagione, latitudine, ora del giorno, pigmentazione della pelle, invecchiamento, protezione solare e vetro influenzano la produzione cutanea di vitamina D3.

La vitamina D3 viene metabolizzata nel fegato in 25-idrossivitamina D3 e quindi nel rene nella sua forma biologicamente attiva, 1,25-diidrossivitamina D3.

E’ importante mantenere le concentrazioni ematiche di 25-idrossivitamina D sopra 80 nmol / L (~ 30 ng / mL) non solo per massimizzare l’assorbimento intestinale di calcio, ma anche per fornire la 1a-idrossilasi extrarenale che è presente nella maggior parte dei tessuti per produrre 1,25-diidrossivitamina D3.

La vitamina D3 è liposolubile e viene immagazzinata nel grasso corporeo da cui viene estratta per essere utilizzata durante l’inverno, quando la minore esposizione ai raggi solari ne limita la produzione.

Di recente è stato però dimostrato che nelle persone obese la vitamina D presente nel grasso è meno disponibile in caso di carenza: il calo è del 50%.

Ma quanto sole dobbiamo prendere per garantirci la giusta dose di vitamina D?

Secondo i ricercatori un’esposizione di braccia e gambe o di braccia, mani e viso per 5-10 minuti, 2-3 volte alla settimana, seguendo un’alimentazione intelligente potrebbero essere sufficienti.

Vedi anche:
La biotina (vitamina B7) può falsare i risultati di alcuni esami di laboratorio (30/11/2017)
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Sia la carenza che l’eccesso di vitamina D, nelle donne dopo i 69 anni sono associati alla fragilità (12/12/2010)
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Vitamina D e problemi cardiaci (23/10/2014)
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Per saperne di più
The American Journal of Clinical Nutrition
Sunlight and vitamin D for bone health and prevention of autoimmune diseases, cancers, and cardiovascular disease
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Marco Dal Negro
Antonio Turetta

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