Photo: NTNU/Microsoft

Una nuova ricerca mostra che scrivere a mano aiuta a ricordare ed imparare meglio ma l’insegnamento scolastico è sempre più digitale.

Secondo la professoressa Audrey van der Meer della NTNU (Norwegian University of Science and Technology) a tutti i bambini dovrebbe essere garantito l’insegnamento dela scrittura a mano nelle scuole.

Molti studi hanno dimostrato che sia gli adulti che i bambini imparano di più e ricordano meglio quando scrivono a mano ed oggi un nuovo lavoro lo ha riconfermato.

Non è la prima volta che Van der Meer ed i suoi colleghi si occupano della questione.
Nel 2017 ha studiato l’attività cerebrale di 20 studenti.
Ora ha pubblicato un lavoro nel quale ha ha studiato l’attività cerebrale di 12 giovani adulti e 12 bambini.

E’ la prima volta che dei bambini partecipano ad uno studio di questo tipo.

Ambedue i lavori sono stati realizzati usando un elettroencefalogramma per seguire e registrare le onde relative all’attività cerebrale.

Per farlo ogni partecipante ha indossato un particolare caschetto con 250 elettrodi, che hanno fornito 500 informazioni ogni secondo, in sessioni di 45 minuti.

I risultati hanno mostrato che sia il cervello dei giovani adulti che quello dei bambini è molto più attivo quando si scrive a mano rispetto a quando si digita sulla tastiera.

L’uso della penna e della carta fornisce al cervello molti più appigli cui agganciare i ricordi.

Scrivere a mano genera un’attività molto maggiore delle parti sensomotorie del cervello.

Premendo la penna sulla carta, vedendo le lettere mentre vengono scritte e sentendo il rumore della scrittura si attivano una quantità di sensi.

Tutte insieme queste esperienze sensoriali creano un contatto tra parti diverse del cervello preparandolo per l’apprendimento.

La Van der Meer insiste: si impara meglio e si ricorda meglio.

La realtà quotidiana di bambini e di adolescenti è caratterizzata dal digitare e picchiettare su di uno schermo.

Al tempo speso in questa attività ludica viene aggiunto sempre più tempo dedicato allo studio.

Se il trend continua come abbiamo visto negli ultimi anni rischiamo di avere presto delle generazioni incapaci di scrivere a mano.

Ricordiamo che l’autrice è norvegese ed in Norvegia ci sono già scuole che sono diventate completamente digitali, senza alcun insegnamento della scrittura a mano.

I sostenitori della tastiera affermano che la scrittura digitale risulta più facile e rapida e quindi meno impegnativa e stressante.

E’ vero, ma probabilmente questo non è una buona cosa.

La qualità dell’apprendimento e della memoria sono notoriamente più legati ad una qualche fatica rispetto alla rapida non-fatica.

Maggiore è la rapidità di contatto con l’informazione minori sono la risposta emotiva ed il coinvolgimento, più difficile la memorizzazione.

Si ricorda maggiormente ciò che ci coinvolge di più, che lascia una traccia più profonda, che ha più tempo per essere elaborato.

I complessi movimenti della mano durante la scrittura a mano, il decidere la dimensione, la forma di ogni lettera, di ogni collegamento tra lettere, la pressione e le quaità del tratto, sono positivi in molti modi.

Lo scrivere a mano richiede il controllo estremamente fine delle capacità motorie e dei sensi.

E’ importante mettere il cervello in modalità apprendimento il più spesso possibile.

Le note scritte e disegnate a mano rendono più facile per il cervello vedere le connessioni perché si possono creare frecce, box e richiami che rendono più facile la comprensione d’insieme.

Si usa la tastiera per scrivere un saggio, ma le note che si prendono durante la lettura saranno sicuramente scritte a mano.

La scrittura a mano è assolutamente importante per imparare ad usare il cervello in modo complesso, porta (in qualche modo) gli stessi benefici che si hanno imparando più lingue o a suonare il pianoforte da piccoli.

L’informazione che passa rapida nel cervello lascia poca traccia, un po’ come il sasso piatto lanciato sulla superficie dell’acqua, che rimbalza e va avanti senza lasciare quasi segni del suo passaggio.

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Per saperne di più
The Importance of Cursive Handwriting Over Typewriting for Learning in the Classroom: A High-Density EEG Study of 12-Year-Old Children and Young Adults.
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Marco Dal Negro

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