La carne che mangiamo porta nella nostra flora batterica un carboidrato che genera infiammazione perchè riconosciuto come estraneo dall’organismo: agendo sulla flora batterica i ricercatori della University of California, San Diego, cercano di contrastare i rischi connessi con l’eccessiva assunzione di carne.

I cibi che mangiamo modificano la composizione della nostra flora intestinale: la ricerca scientifica ha dimostrato che c’è un legame molto stretto tra flora batterica e molte patologie.

Alcuni studi hanno collegato un’alimentazione troppo ricca di carne rossa con un aumento del rischio di cancro al colon, di malattie cardiache, ictus e di altre patologie.

La ricerca sta cercando di fare chiarezza nella estrema molteplicità di fattori coinvolti.
Uno di questi è un carboidrato (un tipo di molecola di zucchero) chiamato acido N-glicolilneuraminico (Neu5Gc).

Gli esseri umani hanno perso molti milioni di anni fa la copia funzionale del gene necessario per produrre il Neu5Gc, cosa che non è successa alla maggior parte degli altri mammiferi.

Ciononostante quando le persone assumono alimenti (come la carne rossa) che contengono Neu5Gc, questo viene incorporato nelle loro cellule.

Gli studiosi ritengono che il motivo per cui il Neu5Gc rappresenta un pericolo sia perchè il sistema immunitario lo riconosce come corpo estraneo attivando di conseguenza anticorpi che causano infiammazione, che è la risposta naturale del corpo ad ua situazione di pericolo.

Ecco perchè un’alimentazione troppo ricca di carne rossa è stata collegata con patologie di origine infiammatoria come il cancro al colon ed alcune forme di malattie cardiache.

Flora intestinale

Una ricerca realizzata dal Dr. Karsten Zengler dellaUniversity of California, San Diego, ha studiato com viene influenzata la flora batterica intestinale da un’alimentazione ricca di Neu5Gc.

I ricercatori hanno studiato topi geneticamente modificati in modo che la loro unica fonte di Neu5Gc fosse il cibo, come avviene per gli esseri umani.

Quando gli studiosi hanno esaminato i campioni fecali dei topi hanno trovato differenze significative tra i batteri presenti nei topi genenticamente modificati e quelli non modificati.

I topi alimentati con carne rossa ricca di Neu5Gc avevano una flora intestinale con una minore varietà di batteri rispetto a quelli alimentati prevalentemente a soia.

Tuttavia molti tipisosspettando che di batteri erano più abbondanti abbondanti, tra questi i Bacteroides, noti per la loro efficienza nell’utilizzare gli acidi sialici, la famiglia di zuccheri che include Neu5Gc.

Sequenziando il DNA i ricercatori hanno identificato nei topi che hanno mangiato la dieta a base di carne rossa incrementi negli enzimi dei Bacteroides chiamati sialidasi, sospettando che i batteri utilizzassero questo enzima per liberare Neu5Gc dalle cellule.

Gli studiosi hanno cercato eventuali incrementi delle sialidasi nella flora intestinale degli esseri umani, quando mangiatori di carne rossa.

Hanno quindi esaminato i dati di un gruppo unico di cacciatori raccoglitori che vivono in una zona remota della Tanzania.

Gli Hadza mangiavano carne solo durante la stagione secc quando era possibile cacciare.
Nella stagione umida mangiavano princpalmente miele e bacche.

I batterioidi con simili geni della sialidasi tendevano ad essere più presenti nell’intestino durante la stagione secca.

In laboratorio, le sialidasi sono state in grado di rimuovere Neu5Gc da manzo e salsiccia di maiale acquistati in negozio, tagliati, sminuzzati e posti in una sospensione.

I risultati di questo lavoro portano a nuove strategie per rimuovere le Neu5Gc dalla carne rossa usando le sialidasi, con la possibilità di ridurre il rischio di malattie infiammatorie.

La ricerca continua.

Vedi anche:
Flora batterica, carne rossa, carnitina e cuore (12/05/2013)
Link…

Per saperne di più
nature microbilogy
Gut bacteria responding to dietary change encode sialidases that exhibit preference for red meat-associated carbohydrates
Link…

University of California, San Diego
Link…

Marco Dal Negro
Antonio Turetta

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