Il propionato, composto chimico alla base di additivi alimentari decisamente diffusi incrementa i livelli di molti ormoni che sono associati con lo sviluppo di obesità e diabete.

Alla base di conservanti, fungicidi ed aromatizzanti in molti alimenti offerti dall’industria, il propionato (sale o estere dell’acido propionico) è un potente inibitore delle muffe e viene prodotto anche dalla flora batterica intestinale.

Propionato è la base coniugata dell’acido propionico, è un precursore chiave nella biosintesi dei lipidi, ha un ruolo come metabolita umano.

Una nuova ricerca ha indicato che il propionato può innescare una cascata di eventi metabolici che porta all’insulino-resistenza e all’iperinsulinemia, una condizione caratterizzata da livelli eccessivi di insulina.

La ricerca, condotta dalla Harvard T.H. Chan School of Public Health in collaborazione con ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e con lo Sheba Medical Center in Israele, ha messo insieme i dati ottenuti dagli studi sugli esseri umani e sui topi.

E’ risultato che l’esposizione cronica dei topi al propionato ha prodotto aumento del peso e insulino-resistenza.

L’aumento di diabete e di obesità osservato negli ultimi 50 anni impone una riconsiderazione dell’influenza dell’ambiente e dell’alimentazione.

Troppo spesso sono state classificate come innocue sostanze che non lo sono, semplicemente perché utili all’industria alimentare.

In questo studio i ricercatori hanno somministrato il proprionato ai topi riscontrando una rapida attivazione del il sistema nervoso simpatico, che a sua volta ha portato un aumento di alcuni ormoni, tra i quali il glucagone, la noradrenalina e un ormone gluconeogenico di recente scoperta chiamato proteina 4 legante gli acidi grassi(FABP4).

Ciò ha fatto produrre alle cellule epatiche dei topi più glucosio portandoli all’iperglicemia.

I ricercatori hanno poi visto che la somministrazione prolungata nel tempo di una dose di propionato equivalente per i topi a quella normalmente assunta dagli esseri umani portava ad un significativo incremento di peso e a insulino-resistenza.

Per verificare la possibilita di traslare i risultati sugli esseri umani, i ricercatori hanno definito uno studio di controllo con placebo in doppio cieco che ha compreso 14 partecipanti sani.

Le persone sono state divise casualmente in due gruppi: uno ha ricevuto i pasti additivati con un grammo di propionato, che è stato sostituito con del placebo nel secondo gruppo.

Sono stati raccolti campioni di sangue prima del pasto, entro 15 minuti dalla fine dello stesso ed ogni 30 minuti per 4 ore dopo.

Si è visto che le persone che avevano consumato il pasto additivato con il propionato mostravano significativi incrementi della norepinefrina, così come del glucagone e della proteina FABP4, subito dopo il pasto.

Quanto scoperto indica che il propionato può agire da disruttore/interferente endocrino che può aumentare il rischio diabete e obesità negli esseri umani.

Il propionato è generalmente riconosciuto sia dalla U.S. Food and Drug Administration (FDA) che dall’europea EFSA come sicuro, ma considerando che è ampiamente utilizzato è ragionevole supporre che molte persone ne assumano quotidianamente per molti anni.

I ricercatori, perciò, ritengono che siano necessarie verifiche sulla sicurezza del propionato alle normali condizioni di utilizzo, sia considerato individualmente che in associazione con gli altri additivi.

La lista completa degli autori che hanno collaborato a questo studio è nella pagina in inglese di questo articolo.

Per saperne di più
For more information
Science Translational Medicine
The short-chain fatty acid propionate increases glucagon and FABP4 production, impairing insulin action in mice and humans
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Brigham and Women’s Hospital
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Harvard T.H. Chan School of Public Health
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Sheba Medical Center
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Marco Dal Negro
Antonio Turetta

 

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