Covid: per il 60% degli psicologi durante la pandemia c’è stato un aumento di richieste di aiuto ed il disagio psicologico cresce anche tra il personale sanitario.

Ansia, depressione e disturbi del sonno i sintomi più frequenti.
Più colpite le donne, impiegate, con bassa scolarità, tra i 26 e i 45 anni, non sposate.

Per conoscere meglio come la pandemia ha cambiato il lavoro di psicologi e psicoterapeuti, il Cnr-Irib ha intervistato, in collaborazione con l’Università della Calabria e l’Università Magna Graecia di Catanzaro, 204 psicologi con un questionario online.

In questi mesi sono state condotte molte ricerche a livello internazionale per definire gli effetti negativi del COVID-19 sul benessere psicologico.

Una recente revisione degli studi sull’argomento ha evidenziato la presenza di alti tassi di sintomi di ansia (dal 6.33% al 50.9%), depressione (dal 14.6% al 48.3%), sindrome da stress post-traumatico (dal 7% al 53.8%), sofferenza psicologica (dal 34.43% al 38%) e stress (dal 8.1% al 81.9%) nella popolazione globale durante la pandemia da covid-19 in Cina, Spagna, Italia, Iran, U.S.A., Turchia, Nepal e Danimarca.

Problemi psicologici sono stati riportati anche altre parti del mondo quali il Canada, il Brasile, Singapore, l’India ede il Giappone.

Numerosi sono i sintomi comportamentali descritti, sia in chi è stato contagiato dal virus, sia in chi è stato coinvolto da fattori indiretti come lunghi periodi di quarantena, perdita del sostegno sociale e/o sovraesposizione a fenomeni di infodemia.

Tutte le ricerche scientifiche svolte nell’ultimo anno sono concordi nell’indicare che la pandemia e le misure di quarantena stanno seriamente impattando la salute mentale.

Secondo Antonio Cerasa, neuroscienziato del l’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche di Messina (Cnr-Irib), quando COVID-19 ha colpito per la prima volta, i professionisti della salute come psicologi e psicoterapeuti non erano considerati servizi essenziali.

Questo significa che gli psicologi non erano autorizzati a vedere i clienti faccia a faccia, e tutte le sessioni dovevano essere spostate su piattaforme di telemedicina.

D’altra parte, l’aumento dei problemi di salute mentale durante l’epidemia di COVID-19 ha rafforzato il bisogno generale di assistenza.

In questo contesto, si è entrati, forzatamente e velocemente, in una nuova era di telepsicologia, senza però avere dati scientifici e una reale guida metodologica su come traslare gli interventi di persona in interventi online.

Durante i lockdown gli psicologi italiani hanno ammesso che la pandemia ha influito molto sulla loro pratica clinica (60%) e la maggior parte (85%) ha continuato il lavoro terapeutico utilizzando le diverse forme di modalità online.

Il 65% degli intervistati non ha avuto particolari problemi nel passare alla telepsicologia, così come la maggior parte dei pazienti.

Quasi il 60% degli psicologi ha rilevato un aumento nel numero di nuovi pazienti, per la maggior parte risparmiati dal virus.

Durante la pandemia, anche nei pazienti già in cura si è notata una recrudescenza di problemi di ansia, depressione e disturbi del sonno.

Personale sanitario
Uno studio pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health, poi, si è occupato del disagio crescente vissuto dal personale sanitario, meno noto ma forse ancora più rilevante.

Attraverso questionari standardizzati compilati dal personale si è coinvolto un campione di 1033 persone, rappresentativo di tutti i dipendenti Aoui.

Dallo studio è emerso che le persone con livelli elevati di ansia sono passate dal 50% al 56%, quelle con depressione dal 27% al 41%, quelle in burnout, ovvero esaurimento su piano emotivo, dal 29% al 41%.

A distanza di un anno dall’inizio della pandemia, gli infermieri rappresentano la categoria professionale a maggiore rischio di ansia e depressione, mentre gli specializzandi a maggiore rischio di burnout, soprattutto per quanto riguarda il senso di efficacia professionale.

Lavorare in terapia intensiva, poi, è risultato associato ad un aumentato rischio di sviluppare maggiore esaurimento emotivo e un atteggiamento di maggiore distacco dal lavoro.

Qui sotto link a pagine per approfondire, comprendere meglio.

Vedi anche:

Covid-19 legato a disturbi psichiatrici e vice versa (26/11/2020)
Link…

Long COVID syndrome, i sintomi continuano per mesi (21/01/2021)
Link…

Long COVID syndrome 2: problemi di memoria e attenzione (26/02/2021)
Link…

Covid e vita intima: un sondaggio sulle fantasie dell’estate 2021 (02/08/2021)
Link…

Durante il lockdown sono più che raddoppiati i casi di pubertà precoce (10/04/2021)
Link…

Per saperne di più

Journal of Affective Disorders Report
The impact of COVID-19 on psychologists’ practice: An Italian experience
Link…

IRIB CNR
Link…

UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA
Link…

Università Magna Graecia di Catanzaro
Link…

International Journal of Environmental Research and Public Health
The Sustained Psychological Impact of the COVID-19 Pandemic on Health Care Workers One Year after the Outbreak—A Repeated Cross-Sectional Survey in a Tertiary Hospital of North-East Italy
Link…

Marco Dal Negro
Antonio Turetta

Recommend to friends
  • gplus
  • pinterest

About the Author

Nota bene: Nelle diverse lingue i contenuti possono cambiare anche nella sostanza