Poco prima di arrendersi, di rinunciare, nel cervello le cellule che producono nocicettina, una molecola complessa che sopprime la dopamina, sostanza legata alla motivazione, diventano particolarmente attive. Questo nei topi.
I neuroni della nocicettina si trovano vicino ad un’area chiamata area ventrale tegmentale (VTA), nella quale si trovano neuroni che producono dopamina durante le attività piacevoli.
I ricercatori hanno studiato per 4 anni il ruolo della nocicettina nella regolazione della motivazione.
Secondo Christian Pedersen la grande scoperta è che un grande complesso di neurotrasmettitori che, agendo sull’area ventrale tegmentale, i neuropeptidi hanno un effetto molto importante sul comportamento animale.
Christian Pedersen, è uno degli autori principali dello studio, studente del quarto anno di bioingegneria alla University of Washington School of Medicine ed al UW College of Engineering.
Secondo i ricercatori quanto scoperto potrebbe aiutare le persone a trovare motivazione quando depressi ed a limitare quella per le droghe e le altre dipendenze.
La scoperta è stata fatta osservando i neuroni dei topi in cerca di saccarosio.
Per ottenerlo i topi dovevano infilare il muso in un buco. All’inizio era semplice, ma poi i buchi sono diventati 2, poi 5, continuando ad aumentare.
Alla fine, tutti i topi hanno rinunciato.
Le registrazioni delle attività neurali hanno rivelato che questi neuroni legati alla demotivazione o alla frustrazione, quando i topi hanno smesso di cercare il saccarosio sono diventati più attivi.
Nei mammiferi, i circuiti neurali alla base della ricerca della ricompensa sono regolati da meccanismi diretti a mantenere l’omeostasi, la tendenza a mantenere la stabilità interna per compensare i cambiamenti ambientali.
All ostato brado, gli animali sono meno motivati a cercare gratificazioni in ambienti nei quali le risosrse sono scarse.
Insistere nella ricerca di determinate soddisfazioni può essere svantaggioso a causa del pericolo legato all’esposizione ai predatori, o per l’eccesivo dispendio di energie.
I deficit all’interno di questi processi regolatori nell’uomo possono manifestarsi come disfunzioni comportamentali, tra la quali depressione, dipendenza e disturbi alimentari.
L’autore senior Michael Bruchas, professore di anestesiologia e medicina del dolore e di farmacologia presso la School of Medicine dell’Università di Washington, una delle principali facoltà del nuovo Centro di neurobiologia della dipendenza, del dolore e dell’emozione di UW, sottolinea l’importanza della scoperta che permette di affrontare sia la depressione che le dipendenze da un nuovo punto di vista con nuove possibilità di cura.
Per saperne di più
Cell
A Paranigral VTA Nociceptin Circuit that Constrains Motivation for Reward
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University of Washington
UW Medicine
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Marco Dal Negro
Antonio Turetta
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