La previsione di aumento dei contagi delle infezioni sessualmente trasmessibili preoccupa gli infettivologi e l’Iss (Istituto -superiore di Sanità), soprattutto dopo la fine delle restrizioni e dell’isolamento imposti dalla pandemia.

Alla 14a edizione del Congresso Icar, “Italian Conference on Aids and Antiviral Research” di Bergamo gli infettivologi hanno manifetato la preoccupazione per l’allentamento dell’attenzione alla prevenzione dopo il blocco dei rapporti sociali e sessuali imposto dal Covid.

La voglia incontenibile di recuperare quanto perso con il lockdown sta portando molti a non curarsi troppo delle conseguenze dei propri comportamenti.

La priorità sembra quella riprendersi la vita godendone appieno qui ed ora, senza porsi tanti problemi per il futuro, che per altro è già stato scippato dagli adulti che non sembrano essersi preoccupati molto per il domani dei giovani, in tutti i sensi.

Alta trasmissibilità, aumento della resistenza nei farmaci per Clamidia, gonorrea e sifilide, i rischi dell’Hpv con il calo delle vaccinazioni nel 2020, la crescita del fenomeno del chemsex sono solo alcuni degli elementi che preoccupano anche l’Iss (Istituto -superiore di Sanità) che ha rilasciato le proprie anticipazioni in merito.

Questo contesto può favorire rapporti sessuali occasionali, con il rischio di Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST): in primis l’HIV, ma anche le epatiti virali, il papilloma virus, le infezioni batteriche di clamidia, gonorrea, sifilide.

A preoccupare gli infettivologi da circa un decennio è il costante aumento delle IST come clamidia, gonorrea, sifilide.

Diverse le cause: una migliorata sensibilità diagnostica, un’elevata trasmissibilità dei virus, la limitata prevenzione.

La clamidia ha un trend globale in aumento a cui l’Italia non fa eccezione – spiega Lucia Taramasso, infettivologa presso IRCCS Policlinico San Martino, Genova – non è facile da diagnosticare, può essere asintomatica, ma può provocare gravi sequele, se non trattata.

Fino al 30% delle donne con infezione da clamidia non trattata può sviluppare la malattia infiammatoria pelvica, che a sua volta può comportare problemi di fertilità o complicanze nella gravidanza.

L’infezione si può manifestare con uretrite e cervicite, proctite, faringiti.

Gravidanza

Gravidanza

Inoltre, la trasmissione dell’infezione dalla madre al bambino al momento del parto può comportare l’insorgenza di problemi oculari o polmoniti nel neonato.

Esiste un trattamento antibiotico ampiamente disponibile”.

“L’infezione da gonococco è la seconda malattia sessualmente trasmessa nel mondo dopo la clamidia ed i dati sono in aumento in diverse aree geografiche, prosegue la dott.ssa Taramasso.

In Italia, dai 573 casi del 2013 si è passati agli 850 del 2017, 1.4 ogni 100mila abitanti.

In Europa, nel 2018 sono stati riportati dall’ECDC 100.673 casi, quindi 26.4 ogni 100mila abitanti.

Le conseguenze possono essere gravidanze ectopiche, infertilità, aumento di trasmissibilità di altre IST come l’HIV, uretriti, proctiti, faringiti.

La preoccupazione principale però arriva dagli Stati Uniti e riguarda la crescente prevalenza di resistenza del batterio a diverse classi di terapie antibiotiche, con limitazione delle attuali opzioni terapeutiche efficaci”.

La sifilide è l’infezione batterica sessualmente trasmessa più diffusa in Italia, con 1631 casi segnalati nel 2017, ossia 2.7 ogni 100mila abitanti, con un aumento del 35% rispetto al 2015 – aggiunge Taramasso.

La sifilide ha varie fasi: una papula o un nodulo nella zona dove si è avuto il contatto, poi sintomi sistemici, fino a poter colpire, dopo alcuni anni, anche il sistema nervoso centrale.

Esiste però un trattamento antibiotico efficace che consente di trattarla evitando le possibili conseguenze a lungo termine”.

Il papilloma virus (HPV) è l’infezione a trasmissione sessuale più comune al mondo ma si può prevenire grazie a un vaccino particolarmente efficace, soprattutto se fatto in età preadolescenziale.

Dal 2007 è in corso un programma di vaccinazione a livello mondiale, i cui effetti si notano già nel calo delle lesioni preneoplasie provocate dall’HPV nelle donne che hanno eseguito la vaccinazione prima dei 26 anni di età.

Tuttavia preoccupa il calo dei vaccini in Italia nel 2020: come rilevato dal Ministero della Salute, la copertura vaccinale media per HPV nelle ragazze è al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (95% nel dodicesimo anno di vita); ancor più lontana quella dei ragazzi.

Il vaccino contro il papilloma virus è fortemente raccomandato, soprattutto a 12-13 anni, spiega Nicola Squillace, infettivologo presso AO San Gerardo di Monza.

Si tratta di un’infezione particolarmente contagiosa, per cui può bastare anche un rapporto intimo non completo.

L’importanza della prevenzione si evince dalle possibili conseguenze: il papilloma è un virus oncogeno e, pur contribuendo solo al 5% dei tumori, vi sono associati il 99% dei tumori della cervice uterina, il 90% di quelli del canale anale, il 75% di quelli vaginali e di quelli vulvari, senza dimenticare la forte associazione del 70% dei tumori di testa e collo e il 60% di quelli del pene.

In occasione del Congresso ICAR viene presentato uno studio dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro a cui ha collaborato anche il gruppo del San Gerardo di Monza sulla persistenza dei genotipi del virus a maggiore malignità sulle popolazioni più a rischio: è stata riscontrata una maggiore durata dell’infezione da HPV negli MSM e nelle donne con diversi pattern di fattori di rischio”.

Desta una crescente attenzione la diffusione anche in Italia del fenomeno del chemsex, l’uso di sostanze tossiche per incrementare la durata delle prestazioni sessuali, fino anche a 24 ore consecutive.

Studi e dati precisi in Italia sono ancora pochi, anche per le difficoltà nell’individuare l’uso di sostanze proibite.

Il chemsex va indagato, anche perché chi lo pratica talvolta neppure ne è consapevole, commenta Squillace.

È un mondo sommerso, più diffuso nelle grosse metropoli.
Sicuramente disinibisce e altera la percezione del rischio, esponendo maggiormente alla probabilità di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili”.

In generale la situazione che riguarda le infezioni sessualmente trasmesse è preoccupante, anche perchè la consapevolezza tra le persone, adulti e giovani, è scarsa.

Sembra proprio che per molte persone il futuro non esista, e questo non facilita certo il compito di chi, invece, il futuro cerca di costruirlo nel miglior modo possibile.

Chissà se qualcuno degli altri si pone qualche domanda.

Vedi anche
Chemsex, sesso e droghe per riuscire a sentirsi vivi (05/11/2015)
Link…

Sessualità
Link…

Per saperne di più
14a edizione del Congresso Icar
“Italian Conference on Aids and Antiviral Research”
Link…

Infezioni sessualmente trasmesse, i riscontri post pandemia fanno temere un aumento dei contagi
Link…

Marco Dal Negro
Antonio Turetta

Recommend to friends
  • gplus
  • pinterest

About the Author

Nota bene: Nelle diverse lingue i contenuti possono cambiare anche nella sostanza