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Le lampadine a basso consumo sono pericolose: capiamo come, e perché (21/03/2011)

 

Le lampadine a basso consumo energetico note anche come lampadine fluorescenti compatte o lampadine a risparmio energetico rappresentano un pericolo per la salute, anzi quattro.

Cerchiamo di fare chiarezza sull'argomento in modo da sgomberare il campo dalle tante affermazioni basate sul sentito dire. 

Il primo pericolo è costituito dai campi elettrici e magnetici a bassa e media frequenza generati da queste lampadine.
Non ci soffermiamo sulle conseguenze di questi campi, che sono state studiate e sono ancora oggetto di studio: le informazioni disponibili sono molte e la valutazione dei risultati varia in funzione della conoscenza e del tipo di approccio di ciascuno di noi.
Però questi campi ci sono, sono misurabili, ed hanno un impatto sul nostro organismo.

Il secondo pericolo è rappresentato dai raggi ultravioletti (UV) emessi da queste lampadine.
Anche qui la quantità di informazioni disponibili è massiccia e gli effetti sulla nostra salute indiscussi.
Si potrà dissertare sui livelli accettabili di esposizione, che poi dipendono dalle singole sensibilità, ricordando che, in caso di errore di valutazione, i rischi sono molto alti: l'alterazione delle cellule in seguito all'eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti arriva fino ai tumori della pelle, tanto poco noti quanto cattivi. Anche qui i siti degli istituti scientifici di ricerca possono facilmente illustrare quanto appena detto.

Il terzo pericolo è rappresentato dalla fuoriuscita di mercurio in caso di rottura della lampadina.
Non succede tutti giorni, la quantità di mercurio è bassa, dipende dalla lampadina: quelle più recenti ne contengono meno, ma comunque è molto tossico e dannoso per l'organismo e per l'ambiente.

In caso di rottura i consigli sono:
- con guanti spessi raccogliere, con l'aiuto di carta da casa, i pezzi più grossi, con l'aiuto di nastro adesivo quelli più piccoli.
- non scopare o spazzolare per evitare di mandare in sospensione nell'aria il mercurio, ma passare stracci da polvere, meglio quelli con forte carica elettrostatica, in modo da rimuovere i restanti residui.
- aspirapolvere: in generale da non usare. Concordano sia la Commission de la sécurité des consommateurs francese, che il Norwegian Institute of Public Health.
In casi particolari di tappeti, moquette o crepe nei pavimenti, l'istituto norvegese conclude che è comunque meglio usare l'aspirapolvere con l'accortezza di usarlo in modo rapido e mirato all'interno del locale, in modo da limitare la dispersione del mercurio nell'aria, facendolo poi funzionare per una mezz'ora all'aperto, in modo da disperdere l'aria che esce dall'apparecchio, prima di cambiare il sacchetto.
Per lo smaltimento dei materiali, seguire le normali istruzioni in vigore nella vostra area.

E qui siamo al quarto pericolo rappresentato dal problema dello smaltimento di queste lampadine, rotte o integre e solo consumate.
Perché è vero che nelle lampadine sono contenuti intorno ai 5 mg di mercurio, meno, se poco potenti e se recenti, ma 1.000.000 di case con 5 lampadine ciascuna, fanno 25 chilogrammi di mercurio, e qui abbiamo un problema, tutti quanti, nessuno escluso.
Il problema è che nessuno sa come smaltire, in modo sicuro, questa "spazzatura", né i cittadini, né chi raccoglie la spazzatura, né i negozianti, ne gli amministratori pubblici che, facilmente, non hanno informazioni sufficienti per gestire il problema.

Sorge spontanea una domanda: ma non si poteva aspettare a mettere fuori legge le altre lampadine, in modo da approfondire prima gli aspetti principali legati a questa operazione, visto che quanto scritto in questo articolo è, in buona parte, noto da anni?

Per saperne di più, ecco alcuni riferimenti
"Commission de la sécurité des consommateurs" francese approfondisce, spiega e riporta utili link.
http://www.securiteconso.org/article791.html

L'Ufficio federale della sanità pubblica UFSP, svizzero è molto chiaro, anche se valuta i pericoli delle emissioni elettromagnetiche e di UV in modo molto meno rilevante di quanto non facciano, per esempio, molti istituti di ricerca sui tumori.
http://www.bag.admin.ch/themen/strahlung/00053/00673/02326/index.html?lang=it

L'Istituto norvegese di salute pubblica
http://www.fhi.no/eway/default.aspx?pid=238&trg=MainLeft_5812&MainLeft_5812=5825:88038::0:5967:1:::0:0

(MDN)


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