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Gli emulsificanti, additivi alimentari onnipresenti nei prodotti industriali, promuovono il cancro (29/11/2016)

IAlterando la flora batterica intestinale ed incrementando l'infiammazione gli emulsificanti alimentari industriali, sui topi, hanno stimolato il cancro al colon. La notizia è data dagli U.S. National Institutes of Health ed è stata pubblicata su Cancer Research il 7 novembre 2016.


Mice fed dietary emulsifiers in their drinking water (top) showed higher levels of intestinal cell death (green stain) than mice given plain water (bottom).Chassaing lab, Cancer Research.

L'importanza di mantenere in equilibrio la nostra flora batterica è sempre più sottolineata dal mondo scientifico: modificarne inutilmente la composizione è non solo rischioso ma soprattutto sciocco perché aumenta il rischio di incontrare diverse malattie come il diabete di tipo 2, l'obesità e la sindrome del colon irritabile, patologie che comportano nella vita di tutti i giorni limiti, sgradevolezze e pericoli normalmente sconosciuti prima di essere vissuti.

Lo studio U.S.A. ha chiaramente dimostrato che l'assunzione per 9 settimane da parte di topi, di carboxymethylcellulose o di polysorbato-80 all'1% di concentrazione, che corrisponde alla dose assunta dalle persone che mangiano molti cibi lavorati industrialmente, ha portato a a sviluppare una debole infiammazione cronica intestinale ed ha squilibrato il metabolismo del glucosio.
Maggiori dettagli sono presenti nella pagina in inglese di questo articolo.

I ricercatori hanno rilevato anche una minore diversità nella flora batterica intestinale ed un maggiore livello di molecole infiammatorie.
Le cellule epiteliali intestinali dei topi alimentati con gli emulsificanti avevano maggiori livelli sia di cellule morte che maggiore proliferazione.
Questa accelerazione del metabolismo cellulare è nota per avere un ruolo nello sviluppo del cancro.

Dal sito dell'AIRC:

Cancro del colon-retto
Diffusione

Nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità , dopo quello della mammella nella donna e il terzo dopo quello del polmone e della prostata nell'uomo.

La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è sempre più frequente a partire dai 60 anni, raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni e colpisce in egual misura uomini e donne. In Italia, si stima che questo tumore colpisca circa 40.000 donne e 70.000 uomini ogni anno. L'incidenza è in aumento nella popolazione femminile per via delle abitudini di vita sempre più uniformi tra i due sessi.

Prevenzione
Se una persona sa di essere a rischio elevato perché ha avuto parenti con questo tumore in uno o l'altro dei rami familiari, è opportuno che adotti una dieta con pochi grassi e poca carne e ricca di fibre, vegetali e frutta.

Un esame poco praticato in Italia, ma molto utile, è l'esplorazione rettale da parte del medico. Andrebbe effettuata almeno una volta l'anno nel corso di una normale visita dal medico di famiglia e consentirebbe di individuare precocemente un buon numero di tumori del retto.

La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di identificare il 25% circa dei cancri del colon-retto. È raccomandata per tutti gli individui tra i 50 e i 75 anni di età, con cadenza biennale. Se viene associata a una colonscopia (ovvero a un esame del colon con un apposito tubo flessibile), effettuata ogni 10 anni dopo i 50 anni di età, è in grado di individuare il 75% dei tumori.

Alcune società scientifiche, come l'American Cancer Society, raccomandano di sottoporsi a tutte e due le pratiche di screening appena compiuti i 50 anni, indipendentemente dalla presenza di una familiarità per il tumore. Secondo altre società scientifiche, la colonscopia dovrebbe essere un esame di secondo livello (ovvero da farsi solo se la ricerca del sangue occulto è positiva, oppure nelle persone ad alto rischio per ragioni genetiche o di familiarità).

Un'altra strategia di provata efficacia combina la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni con una rettosigmoidoscopia (un esame più semplice della colonscopia) da farsi una sola volta nella vita tra i 58 e i 60 anni.

È invece certo che tutti coloro che manifestano sintomi intestinali compatibili con la diagnosi di tumore del colon e coloro che hanno avuto un familiare con queste patologie devono eseguire una colonscopia completa. In questo caso l'esame viene ripetuto più frequentemente, in genere ogni cinque anni, mentre la ricerca del sangue occulto nelle feci viene fatta ogni anno. (Link...)

Per saperne di più
Cancer Research
Dietary emulsifier-induced low-grade inflammation promotes colon carcinogenesis
Link...

U.S. National Institutes of Health
Link...

Jama Surgery
Increasing Disparities in the Age-Related Incidences of Colon and Rectal Cancers in the United States, 1975-2010
Link...

Marco Dal Negro