Piatti pronti, cibo in busta, fast-food stanno
creando muri ed allontanando le persone da ciò che
mangiano, dalle materie prime come sono in natura.
Uno studio governativo U.K. ha raccolto esperti e
gente comune ed ha chiesto loro di esprimersi sul
proprio rapporto con il cibo e su come lo vorrebbero
nel futuro.

E' stata un'operazione molto illuminante e
costruttiva, che ha avvicinato chi prende le
decisioni a chi ne vive le conseguenze.
'Our Food Future' è il nome dell'operazione lanciata
dalla FSA (U.K. Food Standards Agency), un dialogo
pubblico a cui tutti erano invitati ed a cui tutti
potevano contribuire, per arrivare a comprendere
come sta cambiando il sistema alimentare, cosa ne
pensano le persone e come lo vorrebbero, in modo che
ne siano informati tutti gli attori, dai politici
all'industria, alla distribuzione, grande e piccola.
E' venuto fuori che le persone sono preoccupate
dall'aumento dei consumi di cibi pronti, degli
acquisti online senza vedere, toccare, annusare ciò
che si compra, dal consumare alimenti in movimento,
sono preoccupate perchè tutto ciò toglie importanza
all'aspetto sociale e culturale del condividere i
pasti. Se questo è il momento storico della
condivisione (almeno per molti) sembra però che lo
sia solo a distanza, virtuale.
Le persone si preoccupano per la perdita di contatto
con i luoghi dove hanno origine i cibi e di contatto
tra le persone, dato che sempre meno si cucina e si
mangia insieme, in famiglia o nel proprio gruppo.
Nell'ambito dell'iniziativa sono stati messi insieme
200 tra i più importanti esperti per discutere
sull'impatto dei cambiamenti e sul sistema
alimentare globale per comprendere cosa ciascuno può
fare per ottenerne i migliori risultati per la gente
nel Regno Unito. L'evento è stato diffuso in
diretta.
Tra le altre è emersa la volontà di avere etichette
dei cibi sempre più chiare e con molte più
informazioni per ritornare a sapere cosa si mangia,
cosa si sta inserendo all'interno del proprio corpo.
I consumatori hanno mostrato di essere preoccupati
perché i cibi sani e nutrienti stanno diventando
sempre più cari, un lusso cui sempre più persone
dovranno rinunciare acquistando i più economici e
meno sani cibi industriali. In realtà la crescita
dei prezzi di questi alimenti è soprattutto una
questione di domanda ed offerta: molta domanda e
poca offerta, infatti i produttori (piccoli e
grandi) di cibi naturali da molti anni non conoscono
crisi ed un'eventuale crescita delle produzioni
permetterebbe un ridimensionamento dei prezzi per i
consumatori mantenendo ottimi profitti per i
produttori. E forse tutti i componenti della catena
alimentare potrebbero essere obbligati dal mercato a
comportarsi in modo diverso con il risultato di non
gettare più via il 30% di alimenti come avviene
oggi.
Un'altro desiderio dei partecipanti è che governo ed
organi di controllo siano sempre più attivi per
assicurare che gli interessi dei consumatori, cioè
della gente, vengano adeguatamente protetti in un
mondo sempre più complesso ed aggressivo.
In fondo sembra proprio che i bisogni delle persone
riguardo l'alimentazione siano ovunque gli stessi.
Vista l'offerta alimentare in diversi paesi della
vecchia Europa anche ignoranza e servile
disponibilità ad essere corrotti di molti componenti
delle classi dirigenti sembrano ormai globalizzati.
Complimenti agli autori.
Per saperne di più
Our Food Future
Link...
Marco Dal Negro
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