Ho letto il Protocollo di Milano e dopo le nobili
proposte per sfamare il mondo sono affogato nei
discorsi sull'acqua.
Fantastica e surreale la trovata del consumo di
acqua virtuale: un consumo virtuale di un'acqua
reale.
Se mangiamo un chilo di carne consumiamo
indirettamente l'acqua necessaria per produrre
quella carne: 15.415 litri, ma la carne prodotta in
sistemi intensivi richiede cinque volte più acqua
rispetto agli allevamenti al pascolo.
250 grammi di pomodoro contengono 50 litri di acqua
virtuale, una pizza margherita ne contiene 1259
litri; produrre 1 kg di pasta richiede mediamente
1850 litri di acqua nel mondo, 1410 in Italia.
Quindi siccome l'acqua è un bene sempre più scarso (
Sui circa 7 miliardi di abitanti della terra, 1
miliardo non ha accesso all’acqua potabile,
provocando la morte di 4.000 bambini ogni giorno)
diventa indispensabile imparare a risparmiarla.
E' veramente fantastica ed onirica la storia
dell'acqua virtuale! Come se risparmiando l'acqua
assunta dalle bestie al pascolo questa diventasse
disponibile per chi non dispone di acqua potabile,
facendo una doccia in meno nella pianura padana ci
fosse più acqua per il Corno d'Africa o la zona
sub-sahariana.
E poi l'acqua non sparisce, cambia solo forma fisica
e luogo, ma non si consuma, non si cancella,
continua ad esistere.
E poi non capisco perchè dovrei colpevolizzarmi per
come uso l'acqua in una città che galleggia
sull'acqua, come Milano, città dell'EXPO, dove
funzionano pompe per tenere alcuni tratti della
metropolitana all'asciutto dalla falda affiorante. E
l'abbondanza di acqua è situazione comune a buona
parte del nord Italia.
Non capisco perchè dovrei colpevolizzarmi per come
uso l'acqua in un paese nel quale una percentuale
spaventosa che arriva al 50/60% dell'acqua potabile
di molti acquedotti viene dispersa per le tubazioni
rotte o bucate.
Non capisco perchè dovrei colpevolizzarmi per come
uso l'acqua in un mondo nel quale si continua ad
irrigare massicciamente a pioggia nonostante
l'irrigazione a goccia sia ormai da molti decenni
utilizzata dagli agricoltori più accorti.
Aiutiamo ad avere acqua buona dove serve, a
potabilizzarla, a dissalarla anche con dissalatori
solari e cerchiamo di restare, almeno con i piedi,
nella realtà.
Certo operare per ridurre gli sprechi è sacrosanto,
ma se non si affrontano i problemi veri, quelli
concreti, il bel libro dei sogni nel quale si
enunciano tanti bei principi teorici sui quali non
possiamo che essere d'accordo resta solo un libro
dei sogni, una macchina che dà lavoro ad un po' di
gente che rigira l'aria fritta e che forse lava
anche qualche coscienza.
Qualche ingenuo forse aveva pensato che l'EXPO di
Milano fosse qualcosa di diverso, ma siamo ancora
una volta nel mondo dei sogni.
Marco Dal Negro
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