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EXPO: L'acqua del Protocollo di Milano (14/05/2015)

Ho letto il Protocollo di Milano e dopo le nobili proposte per sfamare il mondo sono affogato nei discorsi sull'acqua.
Fantastica e surreale la trovata del consumo di acqua virtuale: un consumo virtuale di un'acqua reale.
Se mangiamo un chilo di carne consumiamo indirettamente l'acqua necessaria per produrre quella carne: 15.415 litri, ma la carne prodotta in sistemi intensivi richiede cinque volte più acqua rispetto agli allevamenti al pascolo.
250 grammi di pomodoro contengono 50 litri di acqua virtuale, una pizza margherita ne contiene 1259 litri; produrre 1 kg di pasta richiede mediamente 1850 litri di acqua nel mondo, 1410 in Italia.
Quindi siccome l'acqua è un bene sempre più scarso ( Sui circa 7 miliardi di abitanti della terra, 1 miliardo non ha accesso all’acqua potabile, provocando la morte di 4.000 bambini ogni giorno) diventa indispensabile imparare a risparmiarla.

E' veramente fantastica ed onirica la storia dell'acqua virtuale! Come se risparmiando l'acqua assunta dalle bestie al pascolo questa diventasse disponibile per chi non dispone di acqua potabile, facendo una doccia in meno nella pianura padana ci fosse più acqua per il Corno d'Africa o la zona sub-sahariana.
E poi l'acqua non sparisce, cambia solo forma fisica e luogo, ma non si consuma, non si cancella, continua ad esistere.

E poi non capisco perchè dovrei colpevolizzarmi per come uso l'acqua in una città che galleggia sull'acqua, come Milano, città dell'EXPO, dove funzionano pompe per tenere alcuni tratti della metropolitana all'asciutto dalla falda affiorante. E l'abbondanza di acqua è situazione comune a buona parte del nord Italia.

Non capisco perchè dovrei colpevolizzarmi per come uso l'acqua in un paese nel quale una percentuale spaventosa che arriva al 50/60% dell'acqua potabile di molti acquedotti viene dispersa per le tubazioni rotte o bucate.

Non capisco perchè dovrei colpevolizzarmi per come uso l'acqua in un mondo nel quale si continua ad irrigare massicciamente a pioggia nonostante l'irrigazione a goccia sia ormai da molti decenni utilizzata dagli agricoltori più accorti.

Aiutiamo ad avere acqua buona dove serve, a potabilizzarla, a dissalarla anche con dissalatori solari e cerchiamo di restare, almeno con i piedi, nella realtà.

Certo operare per ridurre gli sprechi è sacrosanto, ma se non si affrontano i problemi veri, quelli concreti, il bel libro dei sogni nel quale si enunciano tanti bei principi teorici sui quali non possiamo che essere d'accordo resta solo un libro dei sogni, una macchina che dà lavoro ad un po' di gente che rigira l'aria fritta e che forse lava anche qualche coscienza.

Qualche ingenuo forse aveva pensato che l'EXPO di Milano fosse qualcosa di diverso, ma siamo ancora una volta nel mondo dei sogni.

Marco Dal Negro