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Sessualità

a cura di Marco Dal Negro

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Malattie sessualmente trasmissibili: perchè ritorna la clamidia? (25/02/2014)

La Clamidia, una infezione sessualmente trasmissibile tra le più comuni, causata dal batterio Chlamydia trachomatis (info-link), anche se curata, spesso ritorna, ma la causa della mancata eradicazione non è stata ancora definita in modo chiaro.

Può tornare perchè la terapia è stata seguita da una sola delle persone interessate, che la riprende da chi non si è curato, anche perchè nell'uomo spesso è asintomatica.
Oppure la terapia non è stata seguita scupolosamente: ricordiamoci che gli antibiotici devono essere assunti secondo una cadenza temporale molto precisa (pena l'inefficacia della terapia e l'irrobustimento dei batteri da combattere), e quindi è risultata inefficace.

 

Un'altra ipotesi è che dopo le cure il batterio rimanga nell'area genitale anche se inattivo e sotto altra forma.

Uno degli studi più recenti, in corso di pubblicazione, ha verificato una ulteriore ipotesi, quella della permanenza nel tratto gastrointestinale.

Il principale autore dello studio Roger Rank e la colllega Laxmi Yeruva, dell'Arkansas Children’s Research Institute di Little Rock, hanno verificato che la normale cura con azitromicina è in grado di eradicare la presenza del batterio Chlamydia trachomatis dai genitali, ma non dal tratto gastrointestinale, dove rimane, magari in forma benigna non replicante. Questo serbatoio sembra essere la fonte delle più comuni reinfezioni post-trattamento.
I ricercatori hanno scoperto che quando il batterio è nel tratto intestinale può scatenare una risposta immunitaria che potrebbe essere efficace per combattere un'infezione nella zona genitale, ma non nel tratto gastrointestinale.
L'autoinoculazione rimane perciò una delle possibili cause di reinfezione in molte donne.

Dal momento che in precedenza era stato verificato che per la maggior parte degli animali la residenza normale del batterio era il tratto intestinale, i ricercatori hanno voluto verificare se era così anche per gli esseri umani.

Oltre alla ovvia inoculazione rettale (contagio) attraverso i rapporti anali, ci sono molti diversi situazione per quali uomini e donne possono infettarsi per via orale.

L'infezione per via orale è stata dimostrata da altri ricercatori che hanno raccolto tamponi faringei da 706 maschi eterosessuali e da 686 donne, e campioni rettali da 1.223 donne a rischio di infezione da clamidia.
La Chlamydia trachomatis è stata isolata nella faringe del 3,7% degli uomini, del 3,2% delle donne, e dalle colture rettali del 5,2% delle donne a rischio, ma non si è trovata alcuna associazione statistica tra i risultati rettali positivi e una eventuale storia di rapporti anali.
Ciononostante è stata notata una forte associazione tra le colture genitali e rettali positive con l'11% delle donne positive nel tratto genitale e nel retto, in contrasto con il 2,7% di donne con tamponi genitali negativi, ma rettali positivi.

Questi dati supportano in modo forte l'ipotesi che le donne abbiano acquisito un'infezione gastrointestinale, anche se non è possibile determinare da quanto tempo.
Da notare che nessun paziente con coltura faringea positiva ha lamentato faringiti, e ciò fa pensare che le persone non siano state coscienti dell'infezione.
Si è trovata una forte correlazione tra la pratica della fellatio da parte di donne e l'acquisizione dell'infezione orale, mentre non è stato trovato un raporto simile in uomini che hanno avuto rapporti oro-genitali, facendo pensare che ci siano altri possibili percorsi di contagio orale.
In ogni caso gli stessi ricercatori sottolineano l'esigenza di ulteriori approfondimenti.

Per saperne di più
“Hidden in plain sight:” Chlamydial gastrointestinal infection and its relevance to persistence in human genital infections
Authors
Roger G. Rank and Laxmi Yeruva.

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Marco Dal Negro