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Sessualità

a cura di Marco Dal Negro

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Profumo di donna? (20/08/2013)

Alla Stockholm University hanno voluto verificare se i profumi maschili e femminnili venivano recepiti così come erano proposti, per uomo e per donna, anche da un gruppo di consumatori eterosessuali tra i 20 ed i 30 anni.


L'idea è stata quella di far sentire l'odore di diversi profumi in modo anonimo, lasciando valutare ai partecipanti quanto un odore era maschile o femminile, ed invitandoli a scegliere quelli che avrebbero voluto per sè e quali per i potenziali partners.

Il risultato ha portato a ritenere che in realtà la divisione tra profumi maschili e profumi femminili sia una mera questione di marketing: la aziende tenterebbero di vendere profumi sostanzialmente neutri, ma legati ad immagini e modelli stereotipati di femminilità e mascolinità in modo da aumentare i propri fatturati.
I giovani partecipanti hanno infatti preferito i profumi che percepivano come non particolarmente maschili o femminili, e quando èstato chiesto loro di attribuire un genere ai profumi scelti hanno scelto l'etichetta di unisex.

Premesso che chi scrive non ha interessi nè rapporti di alcun tipo con i mercati e con i prodotti oggetto di questo articolo, per amor di conoscenza e comprensione delle cose, bisogna considerare qualche elemento in più.

Innanzi tutto nessun profumo destinato al corpo può essere valutato staccato dal corpo: la cosa più inutile che si possa fare è quella di valutare una fragrannza per il corpo posta su di un pezzetto di cartoncino o dalla bottiglia. Se ne ha si una grossolana impressione, valida forse per una prima grossolana scrematura riguardo ciò che ci attira e ciò che ci disturba, ma avremo il risultato finale solo una volta messo il profumo sulla pelle e lasciatolo per diversi minuti, e sarà facilmente molto diverso. E ci sarà differenza se le pelle è quella di un uomo o di una donna, perchè ormoni e ferormoni e la chimica della pelle dei due gruppi sono diversi. E sarà diverso da una donna all'altra e da un uomo all'altro, perchè quanto emanato è diverso, e la sintesi tra l'odore di ciascuno e quello aggiunto cambia. E sarà diverso da un giorno all'altro per la stessa persona, perchè anche qui le cose cambiano nel tempo. Pensiamo solo al differente odore della pelle nelle diverse fasi del ciclo mestruale. Ma anche l'umore cambia la chimica della pelle ed anche ciò che abbiamo mangiato.
E' tutto un po' più complesso di quanto forse immaginato dalla gentile Anna Lindqvist, del Dipartimento di Psicologia della Stockholms universitet, che ha realizzato lo studio.

Un secondo elemento di cui tenere conto, è la capacità di percezione ed il livello di coscienza delle persone che hanno valutato i profumi. Non avendo elementi circa i livelli di queste capacità nei nostri testimoni, e tenendo conto delle condizioni nelle quali hanno dovuto esprimersi, è facile capire la tendenza e leggere come asessuati i profumi.
Non dimentichiamo che una buona parte degli elementi che compongono un profumo viene percepita in modo inconscio, come avviene, per esempio, con i ferormoni.

Un terzo elemento è rappresentato dal modo di intendere e vivere le differenze di genere nelle diverse culture.
Nei paesi nordici, ma non solo, c'è una tendenza a minimizzare le differenze tra i sessi, mentre nei paesi mediterranei, ma non solo, c'è la tendenza ad accentuarle. Anche questo contribuisce a farci comprendere l'impostazione della ricerca e le risposte date dai partecipanti.

Un'ultima osservazione. Nel tempo, gli esseri umani occidentali si sono progressivamente allontanati dalla propria animalità, almeno per la parte che riguarda l'odore del corpo e la sua funzione sociale. Gli odori originari sono stati sempre più cancellati da prodotti di vario tipo, cancellando cosi anche una serie di messaggi chimici che il corpo mandava alle persone circostanti.
E' facile capire come questo vuoto sia stato, in qualche modo, rimpiazzato da altri con prodotti più o meno di sintesi.

Non possiamo escludere che questa cancellazione di odori originari maschili e femminili abbia contribuito ad indebolire la capacità di reazione agli stimoli olfattivi sessuali provenienti dall'altro sesso spostando giustamente l'interesse su non importa quale sesso.

Per saperne di più sullo studio che ha fatto da spunto per questo articolo:
Stockholms universitet

Marco Dal Negro