Ricordiamo l'indagine che i Carabinieri dei NAS
hanno effettuato in tutti gli allevamenti dopo la
denuncia di numerosi casi di pubertà precoce e di
ginecomastia verificatisi nei bambini italiani a
causa della estrogenizzazione delle carni.
Tutto ciò ci ha fatto molto pensare a quale potrà
essere il futuro riproduttivo e sessuale dei nostri
figli e, soprattutto, ha dato lo spunto per questa
recensione.
Nel genere umano la capacità riproduttiva e la
conseguente fertilità di coppia tendono ormai
progressivamente a decrescere, soprattutto a causa
dei numerosi cambiamenti socio-antropologici ed
ambientali che si stanno verificando in questi
ultimi anni.
Il numero di coppie incapaci d'avere bambini è
considerevole e potrebbe anche aumentare. Si
calcola, infatti, che oltre il 20% delle coppie
ha problemi riproduttivi.
Inoltre le ultime indagini sulla vita sessuale degli
italiani, scaturite dalle "Settimane di prevenzione
andrologica" organizzate dalla Società Italiana di
Andrologia (SIA) hanno accertato che oggi in Italia
esistono tre milioni di uomini che soffrono di
deficit erettile e di problemi sessuali in genere.
Nonostante un così gran numero, però, la sterilità e
la sessualità restano purtroppo un problema
individuale, che la coppia vive con solitudine,
spesso senza parlarne neanche con i parenti più
stretti o con i propri genitori.
Gli interessati vivono questi problemi come "atavica
punizione divina"o come una sorta di "diversità" che
li isola ancora di più dagli altri, specie in alcune
regioni del meridione in cui il concetto di
"famiglia patriarcale" è ancora profondamente
radicata.
Se si considera, inoltre, che ogni anno in Italia si
formano anche circa 150.000 coppie di fatto e che la
sterilità è una "malattia" che può durare per
un ventennio, il numero di coppie che oggi
desiderano avere un figlio nel nostro paese è circa
un milione (vale a dire che 2.000.000 di
persone vivono il problema della sterilità!).
Nell'ultimo ventennio vi è stato un notevole
incremento dell'infertilità e delle patologie
sessuali di coppia, a causa di vari nuovi
fattori, che si sono verificati in Italia:
1) Aumento dell'età matrimoniale;
2) Inquinamento ambientale;
3) Inquinamento alimentare (estrogeni nelle carni e
fitofarmaci);
4) Aumento dell'incidenza dell'obesità alimentari o,
al contrario, delle restrizioni dietetiche per
ragioni estetiche; anoressia mentale, oggi in
aumento anche nel sesso maschile;
5) Incremento delle malattie sessualmente trasmesse
(M.S.T.) di pari passo alla diffusione dei
contraccettivi orali, della sessualità occasionale
nei giovani e della così detta "free prostitution";
6) La diffusione poi di quel metodo ormai di moda
denominato "sesso palestrato" in cui l'uomo riesce a
protrarre quanto più possibile il proprio orgasmo
eiaculatorio determinando un iperteso destruente
reflusso dello sperma attraverso le vie seminali,
con conseguenti lesioni a livello della prostata e
delle vescicole seminali;
7) Fattori iatrogeni, come per esempio uso di
psicofarmaci e/o droghe;
8) Alcool e fumo, con conseguente epatopatia ed
abuso del consumo di birra;
9) Radiazioni e campi elettromagnetici.
Da quanto esposto si evince chiaramente che il
"fattore ambientale" ha avuto un ruolo decisivo
nell'incremento di tale percentuale.
Gli ambiti di studio nel campo del rapporto tra
fertilità e ambiente sono attualmente due:
1) la tossicologia dello sviluppo, che studia
l'effetto diretto delle sostanze nocive sul
concepito
2) la tossicologia riproduttiva, una branca della
scienza che riguarda gli effetti diretti sulla
fisiologia riproduttiva dell'adulto.
Quando si parla di questo argomento dobbiamo
considerare non solo l'influenza dei fattori tossici
inquinanti, ma anche tutto ciò che deriva dal
cambiamento
socio-economico, antropologico e culturale
verificatosi nella nostro paese.
Il fenomeno dell'innalzamento dell'età matrimoniale,
per esempio, determina sicuramente, oltre alla
conseguente riproduzione differita, anche al
prolungamento degli effetti tossici e traumatici
sulle gonadi degli altri fattori ambientali, quali
l'inquinamento ambientale e alimentare, le
radiazioni ionizzanti, i campi elettromagnetici,
nonché le malattie sessualmente trasmissibili.
Questi fattori hanno influito soprattutto sulle
gonadi maschili, costituite da tessuto a rapida
riproduzione cellulare, ma non hanno trascurato
nemmeno il microambiente ovarico dove ora si sta
sempre più registrando un incremento dei radicali
liberi, anche se in percentuale sicuramente
inferiore rispetto al testicolo.
Anche il tessuto dei corpi cavernosi del pene
subisce delle considerevoli modificazioni sotto lo
stress dei radicali liberi, divenendo certamente più
fibroso e meno elastico con conseguente deficit
della sua funzione erettile.
Di conseguenza esiste un proporzionale aumento
dell'infertilità maschile e dell'impotenza, rispetto
agli anni precedenti.
Questo incremento è legato a molteplici fattori ed
in larga misura alla modificazione dello stile di
vita: stress, inquinamento, ingestione di sostanze
nocive tramite l'alimentazione, abbigliamento
attillato che surriscalda gli organi riproduttivi
maschili, ma non devono trascurarsi, come già
abbiamo detto, il propagarsi di malattie
sessualmente particolarmente insidiose, quali la
Clamidia, uso della spirale quale contraccettivo
femminile, l'abbandono del profilattico a favore
della pillola estro-progestinica con conseguente
minore protezione alla diffusione delle infezioni
genitali stesse, che sono poi aggravate dal così
detto "sesso palestrato".
Tra le cause ambientali di origine ormonale
sono legate non solo agli estrogeni che possono
essere usati illegalmente nell'agricoltura e
nell'allevamento del bestiame per ottenere una
maggiore produttività attraverso una più rapida
crescita, ma anche a sostanze chimiche con azione
simile che inquinano gli alimenti.
Tali sostanze contaminano l'ambiente attraverso gli
scarichi industriali, dei veicoli e
dell'agricoltura, dagli scarichi domestici di urine
femminili, oppure sono rilasciate dai contenitori
nei quali sono conservati gli alimenti. Per esempio
nella fabbricazione dei biberon di plastica è usato
il nonilfenolo che è un estrogeno di sintesi che
inquina il latte.
Se le sostanze ad azione estrogenica sono
assimilate dalla gestante il danno è maggiore:
- Nel feto maschio esse possono, infatti, inibire lo
sviluppo delle cellule interstiziali del testicolo
preposte alla produzione del testosterone, con una
conseguente minore produzione di spermatozoi vitali
in età adulta. Nei casi più gravi si potrà
determinare criptorchidismo o malformazioni degli
organi genitali (per esempio l'ipospadia) o/e
un'incompleta mascolinizzazione.
- Nella futura figlia femmina vi potrà invece essere
la crescita precoce del seno (addirittura a cinque
anni), l'insorgere di tumori a cellule chiare della
vagina. Tutti noi ricordiamo l'esempio sconcertante
del Dietilstilbestrolo che somministrato sia alla
gestante e sia negli allevamenti tra il 1945 e il
1971 ha determinato lo sviluppo di tumori
dell'apparato genitale femminile nelle adolescenti
figlie di donne che lo avevano assunto.
Mentre per l'inquinamento degli alimenti da
estrogeni ed analoghi di essi si può intervenire in
modo complessivo, con una politica ambientale ed
agricola volta alla riduzione e all'uso più
intelligente delle sostanze incriminate, per quanto
riguarda l'utilizzo di sostanze volte ad aumentare
la produzione la legislazione nel nostro paese è già
abbastanza ferrea, purtroppo però le garanzie sono
legate esclusivamente all'onestà dei singoli
produttori.
Per esempio nel solo 1998, i NAS hanno, infatti,
sequestrato prodotti alimentari adulterati o
contraffatti per oltre 250 miliardi.
Non in tutte le nazioni i controlli sono così
meticolosi, alcune addirittura non danno garanzia
alcuna, per cui sia gli animali da allevamento e sia
i vegetali possono ricevere un sovraccarico ormonale
per aumentarne la velocità di crescita, come per
esempio succede per le fragole, i carciofi, i pesci
d'allevamento. Relativamente a questi ultimi, in
alcuni casi, si è rilevato che essi sono allevati in
vasche di plastica, accalcati gli uni agli altri, il
che comporta un sovraccarico ulteriore di
antibiotici e antiparassitari, al fine di evitare
epidemie.
Esiste poi il problema della "triangolazione",
ovvero un prodotto che non sarebbe importato da un
determinato paese per motivi di sicurezza, è
trasferito in un paese intermediario, rietichettato
e proposto come prodotto originario da quest'ultimo.
È importante potenziare gli sforzi atti a garantire
la salute pubblica per evitare di fare la fine degli
alligatori del lago Apopka (Florida), inquinato da
numerosi pesticidi (endosulfano, atrazina e dicophol),
da policarbonati plastici e da altre molecole
clorate, i quali hanno subito la femminilizzazione
di gran parte dei maschi, la riduzione della
lunghezza del pene ad un quarto, inoltre, meno del
20% delle uova fecondate arriva alla schiusa e il
50% dei piccoli muore in qualche settimana.
La tabella successiva dimostra le sostanze
inquinanti che possono interferire direttamente o
indirettamente sulla fertilità:
Alimenti che presentano normalmente elevate
quantità di estrogeni o di fitoestrogeni:
Latte e derivati del latte di mucche gravide
Semi di soia
Alcuni tipi di trifoglio
Sostanze inquinanti con azione simili agli
estrogeni:
Pesticidi
Erbicidi
DDT
Idrocarburi e gas di scarico delle autovetture
Lubrificanti
Pitture acriliche
Detergenti
Materiali plastici per biberon e per la raccolta
dell'acqua.
Medicamenti:
Pillole contraccettive e ormonali per la terapia
della menopausa;
alcuni integratori dietetici per la menopausa;
alcune creme, gel o lozioni;
gel spermicidi contenenti certi estrogeni.
Nel genere umano l'esposizione durante il
preimpianto ed il periodo presomitico (0-14 giorni
dopo il concepimento) non provoca alterazioni. Per
la "legge del tutto o nulla" il pre-embrione muore o
si rigenera completamente. Durante l'organogenesi
(15-60 giorni) l'embrione e molto sensibile e
l'esposizione provoca difetti morfologici maggiori.
Dopo questo periodo il feto è meno sensibile alle
modificazioni morfologiche, ma possono avvenire
delle modificazioni a livello della capacità
funzionale degli organi.
Non dobbiamo trascurare, infine, l'effetto delle
sostanze tossiche presenti nell'ambiente
sull'allattamento al seno, considerato sicuramente
il metodo più naturale e dolce per nutrire il
proprio bambino. Sono numerosi, infatti, i benefici
che madre e figlio possono trarre da questa pratica
che deve essere incoraggiata e sostenuta. La
puerpera però non deve dimenticare che le sostanze
presenti nel suo sangue possono passare anche nel
latte.
Per questo motivo sono stati riscontrati degli
inquinanti nel colostro e nel latte materno. Fra
questi si ricorda il cadmio, il DDT, il mercurio sia
organico che inorganico, il tetracloroetilene, il
piombo, i policlorobifenili, i polibromobifenili, i
pesticidi e gli insetticidi.
Il riscontro di queste sostanze è molto importante
poiché la suscettibilità del bambino nei primi mesi
di vita è veramente elevata. Per esempio
l'assorbimento intestinale del neonato è superiore e
l'escrezione biliare delle sostanze è inferiore
rispetto all'età adulta.
Ci si rende conto quindi quanto possa gravare sulla
salute dei bambini l'assunzione per via orale di
sostanze chimiche molto nocive. Sono stati, per
esempio, riscontrati importanti deficit nello
sviluppo mentale e neurologico nei bambini che hanno
assunto latte materno inquinato da piombo, oppure
l'ittero e l'alterazione degli indici di
funzionalità del fegato rilevati nei neonati nutriti
con latte materno contaminato da tetracloroetilene.
L'ambiente espone gli individui ad un notevole
numero di sostanze chimiche che sono
utilizzate nelle diverse fasi dei processi
produttivi industriali.
Purtroppo però dei 50.000 o più prodotti chimici
prodotti dalle industrie, soltanto di una
piccolissima parte di essi sono conosciuti gli
effetti.
A questo bisogna aggiungere che le nozioni a noi
note riguardano soprattutto il sistema riproduttivo
degli animali che è molto diverso e lontano da
quello umano. Sappiamo bene che le prove di
teratogenesi eseguite sugli animali da esperimento
possono dare dei risultati non riproducibili e non
paragonabili a quelli sull'uomo. Ciò che è provato
come assolutamente sicuro su cavie e topi non può
essere riconducibile con certezza allo sviluppo
embrionale e fetale di un bambino. Inoltre sebbene
le sostanze riconosciute come teratogene sull'uomo
lo siano sicuramente anche su una o più specie
animali, non è assolutamente vero il contrario.
I dati in nostro possesso, poi, riguardano livelli
elevati di esposizione ed è molto difficile stimare
gli effetti nocivi di dosi minori, che sono
normalmente presenti negli ambienti di lavoro e di
vita quotidiana.
Un'altra difficoltà da non sottovalutare nel
considerare i possibili rischi dell'esposizione
occupazionale è che raramente i lavoratori vengono a
contatto con una sola sostanza chimica. Di solito è
una combinazione di più sostanze ad essere
utilizzata.
Non è quindi possibile conoscere le conseguenze
delle interreazioni fra le diverse sostanze ed i
possibili effetti sinergici che le associazioni
chimiche possono produrre. Per queste motivazioni,
la stima dei rischi da esposizione multipla è
ricondotta a particolari gruppi occupazionali come
ad esempio la popolazione addetta all'industria
chimica e farmaceutica, ai laboratori, alle
fonderie, all'industria grafica e all'elettronica.
Questo tipo di analisi per gruppi di lavoro
(comparti) è utilizzato per i registri degli aborti
spontanei, delle malformazioni congenite, dei
tumori, delle morti perinatali in paesi come la
Finlandia e la Gran Bretagna.
Spesso poi le categorie occupazionali sono così
particolarmente ampie che l'evidenziare di un danno
atteso, può solo indicare la necessità di nuovi
studi e di più approfondite verifiche mediante la
suddivisione in sottogruppi più ristretti della
categoria colpita.
Altro problema che rende difficile l'analisi dei
risultati delle ricerche condotte è l'impossibilità
di tener sotto controllo le numerose variabili che
possono intervenire ed interagire con la
funzionalità dell'apparato genitale, come per
esempio le abitudini di vita dei soggetti
analizzati, quali il fumo di sigarette, l'assunzione
di alcool, droghe, lo stato socio-economico, l'età,
la passata storia riproduttiva, e cosi via.
Conclusioni…. e quali rimedi adottare
Chi come noi opera nel settore della riproduzione e
della sessuologia sin dagli anni settanta in una
regione come la Puglia che solo negli ultimi tempi
sta vivendo il così detto "allarme ambientale",
ha potuto sicuramente notare nella pratica clinica
come il numero delle coppie infertili e con problemi
sessuali in genere è notevolmente aumentato. Di pari
passo, sono diminuiti quantitativamente e
qualitativamente i gameti utili per le varie
tecniche di fecondazione in vivo ed in vitro. La
qualità ovocitaria, infatti, durante i cicli I.V.F.,
non è più la stessa di prima, nonostante siano
migliorate le tecniche di induzione di ovulazione
multipla con l'avvento delle gonadotropine
ricombinanti; gli spermatozoi poi, oltre ad essere
diminuiti di numero, posseggono sempre meno quella
capacità fecondante che come andrologi ricerchiamo
al fine di una corretta fertilizzazione in vivo ed
in vitro. Tutto ciò ci fa pensare che ormai che la
funzionalità degli organi riproduttivi non sia più
la stessa di una volta, forse a causa di uno
squilibrio dell'assetto di radicali liberi a livello
del microambiente tissutale, determinato
verosimilmente da varie situazioni, tra le quali
l'inquinamento ambientale ed alimentare ha un posto
predominante.
E' quindi necessario ottimizzare il microambiente
ovarico e testicolare per ottenere migliori
risultati in termine di gravidanze,
indipendentemente dalla specifica scelta
terapeutica.
Oggi la terapia antiossidante di supporto
deve essere considerato un procedimento preliminare
indispensabile qualora si voglia trattare
l'infertilità e l'impotenza sessuale di coppia, non
solo quando tale cura debba essa stessa potenziare
la capacità intrinseca naturale di uno o entrambe i
partners, ma anche quando nei nostri centri è
adottato un programma di fecondazione assistita.
Gli antiossidanti utili allo scopo sono di vario
genere, ma sicuramente non devono essere così
drastici da abolire completamente i ROS dal
microambiente, perché in realtà la loro presenza "in
piccole quantità" è necessaria per completare alcune
funzioni nella fase terminale della maturazione dei
gameti e della funzione cellulare in genere.
Sulla base della nostra esperienza e della
letteratura consultata ciò che serve nel nostro
settore è più che altro un "modulatore
dell'attività antiossidante della cellula" come
possono essere la LEVO-CARNITINA, l'ACETIL-L-CARNITINA,
la PROPIONIL-CARNITINA, la VITAMINA E ed il LICOPENE
che, agendo in sinergia, potenziano il metabolismo
respiratorio cellulare e, conseguentemente,
favoriscono il meccanismo della beta-ossidazione,
promovendo così la protezione delle membrane
biologiche dai perossidi.
Prof. Dott. Lamberto Coppola e Dott. Giovanni Andrea
Coppola
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Pagina dell'orgasmo
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