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Diabete: misurare il glucosio senza pungersi(24/10/2012)

 

Per molti diabetici pungersi i polpastrelli ogni giorno significa tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue ed è parte della vita di tutti i giorni, specialmente per chi è affetto da diabete di tipo-1, che deve tenere sotto stretto controllo i livelli perchè il corpo non è in grado di produrre l'insulina necessaria per lavorare il glucosio nel sangue.

Molte volte al giorno queste persone devono usare una piccola goccia di sangue per la misurazione: è l'unico modo per verificare i valori nel sangue così da poter iniettare la giusta quantità di insulina. E questa piccola puntura non è solo fastidiosa, ma può creare anche infiammazione o cheratinizzazione della pelle, e per i pazienti ipersensibili tutto ciò può rappresentare veramente una pena.

Ora è stato messo a punto un nuovo sistema di misurazione che non prevede punture.
L'idea alla base del sistema è un biosensore posto sul corpo del paziente, in modo da poter misurare i livelli di glucosio in continuo utilizzando fluidi diversi dal sangue, come ad esempio il sudore o le lacrime.
In passato c'erano già dei sensori bioelettrici ma erano troppo grandi, troppo imprecisi e consumavano troppa energia. I ricercatori del Fraunhofer Institute for Microelectronic Circuits and Systems IMS di Duisburg sono recentemente riusciti a sviluppare un nano-biosensore che supera questi problemi.

Il principio di misurazione comporta una reazione elettrochimica che si attiva con l'aiuto di un enzima. La glucosio ossidasi converte il glucosio in perossido di idrogeno, H2O2 ed in altre sostanze chimiche la cui concentrazione può essere misurata con un potenziostato. Questa misurazione è utilizzata per calcolare il livello di glucosio.
Il biosensore ha un chip di 0,5 x 2,0 millimetri che non contiene solo un nanopotenziostato: i ricercatori del Fraunhofer Institute gli hanno attaccato un intero sistema diagnostico, con integrato anche un convertitore analogico digitale che converte i segnali elettrochimici in segnali di dati digitali.
Il biosensore, quindi, trasmette i dati in modo wireless, via radio ad un apparecchio mobile permettendo al paziente di monitorare in tempo reale, da solo, la situazione del glucosio.

Oltre alle dimensioni minime il sensore consuma molto meno dei precedenti: si passa da 500 microampère a 5 volt, a 100 microampère. L'uso di un sistema passivo fornisce al sistema una durata maggiore e può essere portato anche per settimane se non mesi. Oltre a poter mandare e ricevere dati il sistema può essere anche rifornito di energia attraverso la radiofrequenza.

Le possibilità legate a questo nanobiosensore sono molte, compresa quella di indicare automaticamente la quantità di insulina necessaria da somministrare. E' un nuovo mondo da esplorare.

Per saperne di più
http://www.fraunhofer.de/

 

( MDN )


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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