Partiamo dal fatto che una TAC ci irradia molto di più di una radiografia convenzionale. Vediamo ora quanto di più e cosa si sta facendo in merito.
Una TAC al petto comporta per il paziente un numero pari a 100 volte le radiazioni di una classica radiografia.
Una TAC all'addome equivale a 400 radiografie al petto.
Troppe radiazioni provocano ustioni e degenerazione dei tessuti (ne sa qualcosa chi ha fatto radioterapia oncologica e chi deve, eventualmente, operare su tessuti che sono stati irradiati).
Le radiazioni si misurano in millisieverts. Un americano medio riceve in un anno circa 3 millisieverts dal radon del terreno o viaggiando in aeroplano.
I ricercatori dicono che con una dose di50 millisieverts inizia una preoccupazione per la salute umana e con una dose di 100 millisieverts si pensa che aumenti il rischio di tumore.
Uno studio della Dr. Rebecca Smith-Bindman della University of California, San Francisco, del 2008, ha considerato 11 dei più comuni tipi di TAC presso 4 istituzioni ed ha rilevato una dose media che va da 2 millisieverts per una normale TAC alla testa a 31 millisieverts per una tac all'addome e bacino.
Un rapporto del National Council on Radiation Protection and Measurement ha rilavato che gli americani sono passati dal ricevere 3 milioni di TAC nel 1980 al riceverne 70 milioni nel 2007.
Dal canto loro, i produttori di macchine per le TAC stanno lavorando per ridurre le radiazioni e migliorare i risultati anche lavorando sui software. All'ultima International Society for Computed Tomography conference in San Francisco è stata presentata una nuova generazione di programmi che permette una riduzione dell'80% dell'irradiamento.
(
Marco Dal Negro )
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