Percezione visiva: una "lite" per la supremazia tra i due emisferi cerebrali all'origine della "cecità indotta dal movimento"
(27/06/2001)

E' stata battezzata dai ricercatori "cecità indotta dal movimento" e si riferisce a quell'illusione per la quale il cervello umano permette agli individui di vedere solo ciò che corrisponde alla sua idea di realtà. A dimostrazione di questo fenomeno visivo uno studio condotto presso l'Istituto Smith Kettlewell di San Francisco (U.S.A.) dove il dr. Yoram Bonneh ha utilizzato il monitor di un computer sul quale compariva un'immagine animata.
Uno sfondo nero con puntini blu intermittenti e tre pallini gialli di maggiori dimensioni e fissi situati al centro a formare un triangolo immaginario con la punta rivolta verso il basso è stato sottoposto all'attenzione di alcune persone; a costoro è stato chiesto di fissare i puntini blu in movimento ed ognuno di loro, dopo pochi secondi, hanno "visto" spegnersi e poi riaccendersi uno dei puntini gialli. Naturalemnte il fenomeno era un'illusione ottica poiché i puntini gialli erano fissi: da qui l'ipotesi che il cervello abbia una sua teoria personale sull'apetto del mondo esterno che lo orienta a scegliere tra gli impulsi sensoriali che tendono ad essere frammentati e disorganizzati creando confusione tra le nostre percezioni.
Altra ipotesi sulle illusioni ottiche arriva dall'Università australiana di Queensland dove un ricercatore ha sperimentato che l'invio di impulsi magnetici al cervello al fine di disturbare temporaneamente la sua funzione determina un influenza sul fenomeno della "cecità indotta dal movimento: in pratica quando un impulso colpiva l'emisfero destro e di conseguenza quello sinistro diventava predominante, i puntini gialli scomparivano alla vista riapparendo quando l'impulso colpiva l'emisfero sinistro. Il dr. jack Pettigrew, questo il nome del ricercatore è giunto alla conclusione che le illusioni ottiche non sono altro che il risultato di una "lite" per la supremazia tra i due emisferi cerebrali e che l'emisfero destro vede il mondo come appare realmente, mentre quello sinistro ha la tendenza a sopprimere le informazioni sensoriali che contrastano la sua idea di realtà. Il medico australiano, nel corso del test, ha indirizzato gli impulsi magnetici verso il lobo parietale, area del cervello dove sembra formarsi l'immagine che il cervello ha della realtà, ipotesi, questa, suffragata anche dal fatto che alcuni pazienti che hanno subito danni in questa zona cerebrale vedono scomparire oggetti e non percepiscono più di un elemento per volta.

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