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Tumore al seno: nuovi studi sull'uso della chemio (26/08/2002)

Presso l'Hamilton Regional Cancer Center di Ontario, in Canada, il dr. Timothy Whelan ha scoperto che in seguito ad un intervento chirurgico destinato ad asporate un tumore al seno, è possibile applicare un ciclo di radioterapia breve ma intenso, con anche un miglioramento della qualità della vita delle pazienti, ottenendo gli stessi risultati derivanti da un ciclo più lungo ma più blando fino ad oggi utilizzato in questi casi.
Il dr. Whelan ha seguito per alcuni anni la storia clinica di 1.234 donne che avevano subito una lumpectomia - tecnica di asportazione di un tumore che evita la rimozione dei tessuti circostanti sani - e quindi successivamente costrette a sottoporsi ad un ciclo di radioterapia per ridurre i rischi di recidive. Dopo essere state sottoposte all'intervento le 1.234 donne sono state suddivise in due gruppi di cui uno è stato trattato con un ciclo intenso di radioterapia per ventidue giorni e l'altro con uno più blando della durata però di trentacinque giorni. Ebbene, a distanza di cinque anni, il tasso di sopravvivenza era pari al 97.2 per cento per il primo gruppo ed al 96.8 per cento nel secondo; un risultato sostanzialmente identico ai fini terapeutici.
Il dosaggio della radioterapia ha sempre scatenato dibattiti tra i medici poiché alcuni preferiscono un ciclo breve ma intenso di radiazione ed altri optano per una terapia diluita nel tempo. Il risultato dello studio canadese dimostra che non vi è alcuna differenza nella scelta di uno piuttosto che dell'altro metodo, ma sicuramente un ciclo più breve influisce positivamente sulla qualità della vita delle donne che peraltro, nel corso dei trattamenti, non hanno riferito alcun effetto collaterale ed anche i danni estetici a carico della pelle sono stati rari in entrambi i gruppi.

 


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