Omocisteina, folato e memoria negli anziani in uno studio USA (25/05/2001)

E' apparsa sulla rivista "American Journal of Clinical Nutrition" una relazione secondo la quale elevati livelli di omocisteina nel sangue sono collegati ad una scarsa capacità di ricordare le parole nelle persone anziane.
I ricercatori della Tufts University di Boston (Massachusetts - U.S.A.), guidati dalla dr.ssa Martha Savaria Morris, hanno riscontrato infatti che oltre ad essere strettamente correlate ad un maggiore rischio di ictus e problemi cardiaci, elevate concentrazioni di omocisteina nel sangue sono associate a risultati scarsi in alcuni test sulla memoria. Partendo da questo punto di forza, la dr.ssa Morris ed i suoi laboriosi colleghi si sono spinti fino all'analisi dell'associazione tra i livelli di omocisteina nel sangue e la capacità, in persone ultrassessantenni, di ricordare le parole "mela", "tavolo" e "centesimo" oltre ai dettagli di un breve racconto. Ebbene, ad analisi terminata, solo il 30 per cento dei soggetti con livelli di omocisteina elevati ha dimostrato capacità di memorizzazione, mentre la dimenticanza dei dettagli era soprattutto legata all'età.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato che la capacità di ricordare un racconto è stata influenzata da livelli di folato nel sangue con una capacità di memoria migliore tanto più elevati erano i livelli nel sangue; il folato potrebbe inoltre dimostrarsi efficace nella riduzione dei livelli di omocisteina. Per questo la dr.ssa Morris ha affermato che sarebbe interessante osservare se un aumento del folato, tramite il suo effetto sulle concentrazioni di omocisteina, possa determinare una percentuale minore di scarsa memoria tra gli anziani statunitensi.

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