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A Torino la chirurgia “Bonsai” curerà i cardiopatici (1505/2001)

Entra in funzione il primo robot cardiochirurgico piemontese.
Si chiama “Da Vinci” e opererà con Cardioteam alla clinica Pinna Pintor Torino, 27 aprile 2001. Per la prima volta un robot cardiochirurgico entra in funzione in una sala operatoria piemontese. Lo fa a Torino, presso la clinica Pinna Pintor, dove sarà possibile sottoporre i pazienti affetti da disfunzioni cardiache, a interventi di chirurgia endoscopica con l’ausilio del sistema statunitense “Da Vinci”, il robot che consente di intervenire sul cuore senza la necessità di aprire la cassa toracica e riducendo al minimo dolore e tempi di recupero funzionale.

L’esemplare torinese, il quarto sul territorio nazionale, è stato voluto dagli specialisti di Cardioteam, l’equipe diretta da Marco Diena e affermatasi in questi anni ai vertici della cardiochirurgia italiana, che lo ha autonomamente acquistato dalla californiana Intuitive Surgical con una innovativa formula di leasing. Un’esperienza che rappresenta un caso unico
in Europa di affidamento diretto a una equipe chirurgica dell’apparecchiatura, il cui costo si aggira intorno ai due miliardi e cinquecento milioni di lire.

L’arrivo del “Da Vinci System” costituisce un grosso passo in avanti per la sanità piemontese. Già dal 1996 gli specialisti di “Cardioteam”, primi in Italia, realizzano interventi di cardiochirurgia endoscopica, per l’introduzione di by-pass coronarico o la sostituzione della valvola mitrale, praticando sul torace del paziente una incisione di 5-6 centimetri che consenta di completare l’operazione “a vista”. Ma solo grazie all’impiego del robot sarà finalmente possibile portare a termine l’intervento ideale, cioè quello interamente endoscopico. I benefici consisteranno essenzialmente nella eliminazione del dolore post-operatorio e delle ferite chirurgiche, nella abolizione dei disturbi al torace nei tre mesi successivi all’intervento e nella pronta dismissione del paziente dall’ospedale (2/3 giorni) con una possibile ripresa lavorativa entro la settimana.
Inoltre il sistema potrà offrire la possibilità di curare i pazienti con malattie delle coronarie, combinando la tecnica robotica e quella angioplastica, con un sensibile incremento delle probabilità di successo chirurgico.

Attualmente l’intervento con il nuovo sistema ha un costo di sei milioni di lire più elevato rispetto al tradizionale ed è a carico di chi lo impiega.
Si è però in attesa della sottoscrizione di una apposita convenzione con l’ Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte perché il servizio divenga accessibile a tutti i cittadini. In tale contesto va sottolineato come la nuova tecnica possa rivestire un ruolo importante anche in termini economici, consentendo un miglior recupero dell’efficienza psico-fisica del paziente e un suo rapido reinserimento lavorativo (una settimana contro le 5/6 dell’intervento classico), che si traduce in una drastica riduzione del cosiddetto “costo sociale” delle malattie cardiovascolari.

Per informazioni: Planet Comunicazione tel. 011 5083802, fax 011 5805283

 


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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