Nuova tecnica mininvasiva per la cura della patologia ostruttiva della carotide (02/03/2001)

Per curare la patologia ostruttiva della carotide, causa primaria di ischemie cerebrali, oggi è possibile fare ricorso ad una nuova tecnica mininvasiva: si tratta di una terapia alternativa e complementare al tradizionale intervento chirurgico, ma ovviamente meno traumatica.

Per anni l'appiattimento della placca che occlude la carotide è stato eseguito con la tecnica del "palloncino" (angioplastica) il quale dilata l'ostruzione creando particelle di materiale che possono occludere completamente un'arteria cerebrale con conseguente ictus; da qui l'esigenza di creare tecniche di intervento meno rischiose.

Già cinque anni fa erano state messe a punto protesi endovascolari, denominate stent, allo scopo di dilatare la carotide ed ancor più recentemente sono stati creati filtri anti embolia che catturano il materiale ostruttivo. La nuova metodica unisce tutte e tre le tecniche fin qui descritte, angioplastica, stent e filtri, ed è stata effettuata su oltre duecento malati con una percentuale di successo pari al 99.16 per cento. Nel nostro Paese essa viene applicata dal Gruppo di Cardioangiologia Interventistica di Villa Maria Cecilia di Cotignola (Ravenna). L'importanza del successo della nuova metodica giace soprattutto nella possibilità di prevenire la patologia ischemica cerebrale che colpisce ogni anno 700.000 persone in Europa ed è causa di serie limitazioni neuromotorie.

Purtroppo, attualmente l'innovativa tecnica è praticata solo presso altri due presidi ospedalieri oltre alla clinica ravennate e per la precisione presso il Centro Cuore Columbus di Milano e l'Istituto Policlinico di San Donato Milanese (Milano): tutti auspicano però una repentina diffusione su larga scala.