Pubblicato su PLOS ONE uno studio dell’Università
Statale di Milano che ricostruisce l'origine e le
modalità di diffusione dell’epidemia del West Nile
Virus-2 in Europa: in Italia, paese più colpito in
Europa, l'infezione trasmessa dalle zanzare si
espande seguendo il corso del Po e dei sui
affluenti.
Nel 1999 un nuovo virus trasmesso da zanzare fa la
sua improvvisa comparsa nel continente americano,
causando un'epidemia nella città di New York.
Nel giro di pochi anni diventerà endemico in tutto
il continente, dal Canada al Venezuela, causando nei
soli Stati Uniti circa 20.000 casi di malattia neuro
invasiva e più di 2.000 decessi.
Il responsabile di tutto questo è il virus del Nilo
Occidentale, che prende il nome dal distretto
dell’Uganda dove è stato isolato per la prima volta
nel 1937.
Uomini, cavalli e altri mammiferi possono essere
accidentalmente infettati da zanzare che si sono
precedentemente nutrite col sangue di uccelli
infetti, che rappresentano il vero serbatoio del
virus.
L'infezione umana è asintomatica nell'80% dei casi,
ma può causare febbre e (in circa un caso su 150)
una meningo-encefalite frequentemente mortale,
soprattutto nei pazienti anziani.
In Europa West Nile era noto per essere stato
isolato in animali e in casi umani sporadici fino
dagli anni ’60 e per aver causato nel 1996
un’epidemia in Romania, durante la quale erano stati
segnalati i primi casi di malattia neuro invasiva,
di cui era risultato responsabile il lignaggio 1 del
virus (WNV-1).
Col nuovo secolo, lo scenario cambia. Nel 2004, per
la prima volta fuori dall’Africa, una variante
diversa dello stesso virus, denominata WNV-2, viene
isolata in uccelli selvatici catturati in Ungheria.
WNV-2 si diffonde rapidamente verso sud-est, nella
penisola Balcanica e nel Mediterraneo Orientale: nel
2010 causa una grave epidemia nel Nord della Grecia
e successivamente penetra anche in Italia, che dal
2015 è il paese europeo col maggior numero di casi
segnalati all'anno.
La ricerca è stata svolta del team di Gianguglielmo
Zehender, professore presso il Laboratorio di
Malattie Infettive dell’Università degli Studi di
Milano, in collaborazione con le Università di
Padova e Pavia e gli Istituti Zooprofilattici di
Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, con la preziosa
partecipazione di Carla Veo, dottoranda, e di Erika
Ebranati, assegnista di ricerca impegnata nel
progetto Nanomax, di cui il professor Zehender è
responsabile per l'Università Statale e rappresenta
una delle prime applicazioni in Italia delle
tecniche di analisi filogenetica avanzata.
Grazie alla caratterizzazione della sequenza di
virus isolati in Italia e a competenze peculiari
dell’Università Statale di Milano nella
ricostruzione su base filogenetica dell'origine e
diffusione di patogeni emergenti, è stato possibile
fornire informazioni utili a contrastare l'ulteriore
diffusione dell'infezione.
Per la prevenzione della trasmissione trasfusionale
di WNV in Italia dal 2008 è in atto un piano di
sorveglianza nazionale, che prevede la ricerca
sistematica, tra giugno e ottobre, del virus in
campioni di zanzare e animali sentinella (uccelli e
cavalli).
“Dopo il suo ingresso in Ungheria nel 2004, si
ipotizza che WNV-2 abbia raggiunto il nostro Paese
intorno al 2008, quattro anni prima del suo primo
isolamento in ospiti umani.
Il luogo di ingresso è
stato stimato in un'area compresa tra l’Adriatico e
la valle centrale del Po.
Da qui, il virus si
sarebbe diffuso lungo l’asse del maggior fiume
Italiano: verso Est raggiungendo il delta del Po e
il Veneto e verso Ovest, penetrando in Lombardia e
in Piemonte.
Nella stagione passata
(2016) l’epidemia sembra essersi diretta verso sud,
lungo il corso dei principali affluenti del Po,
frequente tappa di uccelli migratori, potenziali
serbatoi dell’infezione - osserva Gianguglielmo
Zehender - mentre per la nuova stagione
estivo-autunnale, appena iniziata, non si sono
ancora palesate segnalazioni dagli animali
sentinella”.
Per saperne di più su
Zanzare e West Nile Virus, Dengue, Chikungunya,
encefaliti...
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Per saperne di più
Zehender G, Veo C, Ebranati E, Carta V, Rovida F,
Percivalle E, et al. (2017)
Reconstructing the recent West Nile virus lineage 2
epidemic in Europe and Italy using discrete and
continuous phylogeography. PLoS ONE 12(7): e0179679.
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Università degli Studi di Milano
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Scienze biomediche e cliniche 'L. Sacco'
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Marco Dal Negro |