Il nostro cervello è in continua attività impegnato
nell'elaborazione di di una enorme quantità di
stimoli. Al riconoscimento dei volti sono dedicati
specifici circuiti di neuroni cerebrali.
Una nuova ricerca del California Institute of
Tecnology (Caltech) ha mostrato che l'attivazione
delle cellule che riguardano l'identificazione dei
volti dipende da dove e cosa stiamo guardando e non
tanto da cosa stiamo vedendo.
I ricercatori si sono in particolare concentrati
sulle cellule dell'amigdala coinvolte nel
riconoscimento dei volti.
E' noto che in presenza di danni all'amigdala
diventa difficile riconoscere i volti, specialmente
le emozioni sui volti, anche se la comprensione dei
meccanismi in base ai quali i neuroni dell'amigdala
contribuiscono al riconoscimento sono ancora una
questione aperta.
Quando le cellule del
riconoscimento facciale rispondono ad uno stimolo
mandano impulsi elettrici che sono stati studiati e
misurati tramite elettrodi.
Ai soggetti sono stati mostrate immagini di volti
umani, di scimmie e di molti altri oggetti come
fiori ed altro. I partecipanti potevano guardare le
diverse parti dello schermo soffermando l'attenzione
dove preferivano.
Lo studio ha trovato due
tipi di cellule: quelle che hanno mandato più
impulsi quando la persona ha guardato un volto umano
e quelle che ne hanno mandati meno quando le persone
hanno guardato volti di altre specie (in questo caso
di scimmie).
Nessuno dei due tipi di cellule ha mandato impulsi
quando i soggetti osservavano altri oggetti, anche
se vicini ai volti.
Lo studio ha coinvolto
sia persone che scimmie con modalità analoghe e
risultati analoghi, ma con una differenza.
Quando le scimmie hanno guardato i volti della
propria specie le cellule deputate al riconoscimento
hanno risposto in un tempo inferiore di circa un
decimo rispetto agli esseri umani.
Il riconoscimento dei
volti è un processo molto complesso, tanto che
perfino Google ci è inciampato quando ha lanciato il
servizio archiviazione delle immagini i cui
contenuti venivano identificati ed etichettati (taggati)
automaticamente.
Come vedete nell'immagine pubblicata dal Corriere
della Sera, l’algoritmo di Google ha infatti
catalogato sotto il termine «gorilla» l’immagine di
due persone di colore (Link...).
Immediate le scuse a
tutte le persone di colore.
Immediata la figuraccia per la superficialità con
cui è stata rilasciata l'applicazione.
Per saperne di più
Cell Reports
Fixations Gate Species-Specific Responses to Free
Viewing of Faces in the Human and Macaque Amygdala
Link...
Caltech - California
Institute of Tecnology
Link...
.Marco Dal Negro |