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Scoperte le basi biologiche del malato immaginario (05/01/2017)

L'ipocondria del malato immaginario poggia su solide basi biologiche che poco hanno a che fare con l'immaginazione.

Un gruppo di ricercatori dell’Università Luigi Vanvitelli, coordinato da Dario Grossi, ordinario di neuropsicologia, ha scoperto che il problema nasce da un'alterazione della connettività funzionale, delle comunicazioni tra strutture cerebrali impegnate nella rappresentazione del corpo, in particolare tra due aree: una contribuisce al riconoscimento visivo delle parti corporee e a distinguere se sono le proprie oppure no ed un'altra che è la principale struttura del cervello che integra le informazioni motorie e sensoriali somatiche.

Normalmente queste due aree sono funzionalmente connesse in maniera molto consistente e lavorano proprio per consentire l’integrazione della coscienza corporea, con una piena coscienza di sé e del proprio corpo. Negli ipocondriaci ci sarebbe invece un’«asincronia» nel funzionamento delle connessioni tra le due aree.

 

"Sembra un paradosso - spiega Grossi - gli ipocondriaci sono eccessivamente concentrati sul loro corpo, hanno un'amplificata enterocezione, ma una ridotta funzionalità nelle reti neurali che consentono la consapevolezza corporea. Forse proprio queste discordanti elaborazioni cerebrali consentono la costruzione di malattie immaginarie".

Per saperne di più
Cortex
Altered functional connectivity of interoception in illness anxiety disorder
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Università degli Studi della Campania
Luigi Vanvitelli
Dipartimento di psicologia
Professor Dario Grossi
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Marco Dal Negro