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Donne e uomini sono diversi, ma non per chi deve curarci (04/01/2017)

Maschi e femmine sono fatti in modo diverso, si ammalano e rispondono a cure e vaccini in modi diversi, ma la ricerca scientifica troppo spesso continua ad occuparsene come se queste differenze non ci fossero.
Un po' come succede con le cure pediatriche.

La femminilità e la mascolinità sono qualcosa di più delle somma dei genitali di ciascuno: le differenze tra maschi e femmine esistono anche a livello cellulare, anche se quasi nessuno sembra preoccuparsene.

Le differenze, ad esempio, si manifestano anche nelle molecole, negli enzimi che metabolizzano i farmaci che assumiamo.

Finalmente la consapevolezza delle differenze tra la risposta maschile e femminile ai patogeni come alle terapie comincia a diffondersi, che si parli di Zika, di malaria, di influenza, di lupus o di patologie cardiache.
Il semplice fatto che l'80% dei pazienti affetti da malattie autoimmuni sia composto da donne dovrebbe far riflettere sul fatto che il sistema immunitario delle donne risponde in modo diverso da quelli degli uomini.

La ricerca va ripensata completamente: non vi è un singolo vaccino calibrato sul sesso del paziente.
Il vaccino dell'HPV, meravigliosa misura di prevenzione, ne è un esempio. E' l'unico che si presume che dosi e tempi siano frutto di test sulle ragazze, ed una volta visto che funziona anche sui ragazzi, semplicemente si sono applicati ai maschi i dati raccolti sulle femmine.

Ma ora i dati sul vaccino HPV mostrano che la risposta degli anticorpi nelle femmine è maggiore che nei maschi.

 

Se si scorrono i dati passati sulle vaccinazioni per la polio e per il morbillo si vede che le femmine hanno avuto una mortalità superiore, anche quando vaccinate, ma quanti decenni ci sono voluti per domandarsi se tutto ciò non fosse legato al fatto di essere maschio e femmina?

Ed ancora con i farmaci.
Ad esempio le donne metabolizzano il Zolpidem (principio attivo per dormire) più lentamente degli uomini, ma il fatto è stato scoperto solo nel 2012, dopo 20 anni di sovradosaggio nelle donne di un farmaco che squilibra in modo significativo le capacità di guida di un veicolo.
Nel 2010, ad esempio, delle 64.000 emergenze legate al zolpidem 2/3 hanno riguardato donne.

Nel gennaio 2013 la FDA ha raccomandato di dimezzare le dosi per le donne, cambiamento ora riportato dal bugiardino. E forse è stato il primo caso, visto che sempre la FDA continua a raccomandare una dose annua intera per maschi e femmine, nonostante sia stato appurato che sulle donne mezza dose di vaccino per l'influenza sia altrettanto efficace di una intera, ma con meno effetti secondari.

Che strana cosa, la differenza tra tutte più evidente e sotto gli occhi di tutti, da quando esiste l'umanità, la differenza tra uomo e donna, continua ad essere la più trascurata, minimizzata, soprattutto dagli uomini.

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Ecco come essere femmina o maschio influisce sulla salute (05/06/2016)
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Sex Matters
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Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health
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Marco Dal Negro