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I supplementi di calcio possono aumentare il rischio di infarto e di ictus (13/05/2016)

E' noto che supplementi di calcio e vitamina D aiutano le donne di una certa età a prevenire le fratture ossee: meno noto è invece che questo beneficio rischia di essere minore del rischio di infarto e di ictus connesso.

La Norvegia è il paese con il maggiore rischio di fratture dell'anca nel mondo, a causa dell'insufficiente assunzione di calcio e di vitamina D con gli alimenti. Un adeguato utilizzo di supplementi aiuta a mitigare gli effetti di queste carenze ed a prevenire osteoporosi e fratture.

Alcuni studi, però, hanno mostrato che assumere supplementi di calcio può portare anche un aumento di rischio di infarti e di ictus.

In uno studio pubblicato su Osteoporosis International, Gunhild Hagen, principale autrice, solleva il dubbio che spesso un moderato effetto protettivo nei confronti delle fratture non valga il rischio di un aumento del pericolo di problemi cardiovascolari, soprattutto per le donne a basso rischio di fratture ossee.

Ricercatori all'NTNU ed alla Università di Oslo, hanno utilizzato un avanzato modello analitico per valutare l'effetto totale sulla salute che deriva dall'assunzione di calcio e vitamina D assieme, rispetto alla non-assunzione, basandosi su di un gruppo di donne in buona salute di 65 anni di età con un indice di massa corporea pari a 24.

 

Gli autori dello studio, in un articolo su Aftenposten, uno dei maggiori quotidiani norvegesi, spiegano che l'analisi ha mostrato che se 100.000 donne di 65 anni prendono 1 gr di calcio al giorno, tutti i giorni, si prevengono 5.890 fratture dell'anca e 3.820 altre fratture.
Per contro potrebbero essere causati 5.917 infarti cardiaci e 4.373 casi di ictus.
Quindi, nel caso di donne di questa età il rischio è maggiore dei benefici.

Gli ultimi studi sul rapporto tra supplementazione di calcio e rischio di infarto cardiaco e di ictus sono arrivati a risultati contrastanti, basandosi sui quali i ricercatori hanno ipotizzato diversi scenari.
Un modello di alto rischio di assunzione ha previsto 10.000 infarti ed ictus per 100.000 65enni, ed uno di rischio medio 5.000.

In sintesi, data la difficoltà di giungere a conclusioni certe pur in presenza di ottime motivazioni, gli studiosi suggeriscono di indirizzarsi verso altri tipi di cure per la prevenzione dell'osteoporosi, soprattutto in assenza di motivazioni specifiche importanti.

Maggiori dettagli sono disponibili nella pagina in inglese di questo articolo.

Per saperne di più
The predicted lifetime costs and health consequences of calcium and Vitamin D supplementation for fracture prevention—the impact of cardiovascular effects. Published in Osteoporosis International, 4 February 2016 (online) Hagen, G., Wisløff, T., & Kristiansen, I. S. (2016). The predicted lifetime costs and health consequences of calcium and vitamin D supplementation for fracture prevention—the impact of cardiovascular effects. Osteoporosis International, 1-10.
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Marco Dal Negro