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Di nuovo medicine di uso comune sono state collegate a scompenso cognitivo e rischio di demenza (08/07/2016)

E' noto e dimostrato da precedenti studi che diversi farmaci ad azione anticolinergica utilizzati ad esempio anche per curare allergie, malattie da raffreddamento, depressione, pressione alta e problemi cardiocircolatori, possono comportare un aumento del rischio di demenza e di scompenso cognitivo nei pazienti anziani. Ora alcuni ricercatori hanno trovato nuovi elementi che possono contribuire a spiegare questo rapporto.

I farmaci con attività anticolinergica sono ampiamente utilizzati dagli anziani anche per il trattamento di diverse patologie come la vescica iperattiva, le allergie stagionali e la depressione. Alcuni anticolinergici raggiungono il risultato terapeutico previsto bloccando l'effetto dell’acetilcolina nei recettori muscarinici all'interno di sistemi specifici degli organi. Tuttavia esistono anche farmaci di altro tipo che presentano effetti anticolinergici non intenzionali che non costituiscono l'attività terapeutica principale (come gli antistaminici di prima generazione, gli antidepressivi triciclici e alcuni antipsicotici).

Gli anticolinergici impediscono il corretto funzionamento nel cervello di una sostanza chimica chiamata acetilcolina controllando, ad esempio, alcuni fastidiosi sintomi gastrointestinali, respiratori o urinari.

La lista dei farmaci interessati è lunga, e tra questi i ricercatori ricordano negli U.S. Dimetapp, in Italia i principi attivi (Bromfeniramina, un antistaminico + fenilefrina è un decongestionante nasale) erano presenti, ad esempio, anche nel Triaminic Flu, Defenildramina (antistaminico indicato per il trattamento sintomatico topico di punture d'insetti, eritema solare o dermatiti), Paroxetina (antidepressivo appartenente alla classe degli inibitori selettivi del reuptake della serotonina, SSRI), Olanzapina (trattamento di adulti affetti da schizofrenia, una malattia mentale caratterizzata da una serie di sintomi, tra cui disturbi del pensiero e del linguaggio, allucinazioni, sospettosità e deliri).

 

Per verificare l'associazione tra l'utilizzo degli anticolinergici e le capacità cognitive, il metabolismo del glucosio e l'atrofia cerebrale in adulti anziani con normali capacità cognitive tratti dall'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative (ADNI) e dall'Indiana Memory and Aging Study (IMAS), i ricercatori hanno controllato le scansioni cerebrali ed i risultati dei test cognitivi di 451 pazienti, compresi 60 che avevano assunto farmaci anticolinergici per almeno un mese. I partecipanti avevano mediamente 73 anni ed a nessuno di loro erano stati diagnosticati problemi cognitivi come il Morbo di Alzheimer o la demenza.

L'utilizzo di anticolonergici è risultato associato con un'accresciuta atrofia cerebrale, disfunzione e declino clinico.
Perciò, secondo i ricercatori, l'uso di farmaci con effetto anticolinergico dovrebbe essere scoraggiato in presenza di possibili alternative terapeutiche.

La scansione cerebrale delle persone che avevano fatto uso di anticolinergici mostravano livelli inferiori di elaborazione del glucosio nel cervello (questo è un indicatore dell'attività cerebrale) in un'area associata con la memoria, ma anche normalmente interessata nella prima fase del Morbo di Alzheimer.

Oltre a ciò, i pazienti che avevano utilizzato questi farmaci mostravano, rispetto a chi non li aveva mai assunti, una riduzione sia nel volume cerebrale che nello spessore di alcune regioni legate alle funzioni cognitive, ed avevano punteggi più bassi nei test di richiamo di memoria immediata ed in quelli sulle funzioni esecutive.

Per saperne di più sulle interazioni tra farmaci, erbe, integratori, cibo...

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Jama Neurology
Original Investigation | June 2016
Association Between Anticholinergic Medication Use and Cognition, Brain Metabolism, and Brain Atrophy in Cognitively Normal Older Adults
Shannon L. Risacher, PhD; Brenna C. McDonald, PsyD, MBA; Eileen F. Tallman, BS; John D. West, MS; Martin R. Farlow, MD; Fredrick W. Unverzagt, PhD; Sujuan Gao, PhD; Malaz Boustani, MD, MPH; Paul K. Crane, MD, MPH9; Ronald C. Petersen, MD, PhD; Clifford R. Jack Jr, MD; William J. Jagust, MD; Paul S. Aisen, MD; Michael W. Weiner, MD; Andrew J. Saykin, PsyD;
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AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco
Jama Internal Medicine: anticolinergici e rischio di demenza negli anziani
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Jama Internal Medicine
Original Investigation | March 2015
Cumulative Use of Strong Anticholinergics and Incident DementiaA Prospective Cohort Study
Shelly L. Gray, PharmD, MS; Melissa L. Anderson, MS; Sascha Dublin, MD, PhD,; Joseph T. Hanlon, PharmD, MS; Rebecca Hubbard, PhD; Rod Walker, MS; Onchee Yu, MS; Paul K. Crane, MD, MPH; Eric B. Larson, MD, MPH
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Marco Dal Negro