Il calcio nelle arterie mammarie è un segno precoce
della formazione di placche nelle arterie del cuore,
si può vedere con la mammografia e quindi aiutare a
prevenire successivi problemi cardiocircolatori.
L'intuizione è notevole
e potrebbe portare grandi benefici, sia per la
salute delle donne che per le casse della sanità
pubblica: la mammografia viene già effettuata a
milioni di donne ed il fatto di utilizzarla per più
scopi permette di non dovere sottoporre ad ulteriori
radiazioni le persone facendo prevenzione a costo
vicino allo zero, con risparmio di vite e di
utilizzo delle risorse sanitarie.
I risultati dello studio
che ha affrontato l'argomento sono stati presentati
all'American College of Cardiology's 65th Annual
Scientific Session e mostrano, per la prima volta,
il legame tra la quantità di calcio presente nelle
arterie del seno (facilmente visibile con la
mammografia digitale) ed il livello di calcio nelle
coronarie.
La calcificazione delle
arterie coronariche (CAC) è considerato un
importante segno precoce delle patologie
cardiovascolari, ma lo è anche la presenza di calcio
nelle arterie del seno, rappresentando così un
fattore di rischio di calcificazione delle arterie
coronariche equivalente, se non maggiore, di altri
fattori di rischio ben noti come il colesterolo
alto, la pressione alta o il diabete.
Precedenti ricerche
hanno mostrato il nesso tra la calcificazione delle
arterie del seno e l'aterosclerosi, o anche
l'attacco cardiaco, l'ictus ed altri eventi
infausti, ma i ricercatori affermano che questi
nuovi risultati mostrano una rapporto più diretto
tra l'entità della placca di calcio nelle arterie
mammarie ed in quelle coronariche, ed anche una
possibilità di paragone con la valutazione di
rischio.
Il principale autore di
questo nuovo studio Harvey Hecht, M.D., professore
alla Icahn School of Medicine e direttore del
reparto di imaging cardiovascolare al Mount Sinai St.
Luke's hospital, sottolinea il fatto che molte
donne, specialmente quelle giovani, non conoscono lo
stato di salute delle proprie coronarie e che
utilizzare la mammografia per eseguire anche questo
controllo potrebbe permettere di evitare, più
avanti, molti problemi.
Ciò detto, al 70% delle
donne nelle cui mammografie sono state viste
calcificazioni sono state trovate calcificazioni
nelle arterie coronariche, come evidenziato dalle
tomografie computerizzate senza liquido di
contrasto.
Metà delle donne di più
di 60 anni con calcificazione delle arterie
coronariche aveva anche calcificazioni nelle arterie
mammarie, un fatto che pochi avrebbero pensato di
interpretare come un segno precoce di patologia
cardiovascolare.
Tra le più giovani, ci sono stati persino meno falsi
positivi: calcificazioni nelle loro arterie mammarie
hanno avuto l'83% di conferme in quelle coronariche.
Harvey Hecht esorta
quindi con estrema decisione a sfruttare questa
opportunità, a non gettare via informazioni, salute
delle pazienti, tempo e soldi: basta guardare con
maggiore attenzione le immagini.
Allo studio hanno
partecipato 292 donne che erano state sottoposte a
mammografia digitale ed a tomografia computerizzata
senza liquido di contrasto.
A 124 (il 42,5%) di queste sono state trovate
calcificazioni nelle arterie del seno.
Le mammografie sono state ricontrollate da un
secondo radiologo che non conosceva i risultati
relativi alle coronarie.
Le donne cui sono state
trovate le calcificazioni nelle arterie mammarie
erano più facilmente meno giovani, avevano la
pressione arteriosa alta, problemi cronici ai reni e
tendenzialmente non fumavano.
Le donne con malattie cardiovascolari note sono
state escluse.
Le calcificazioni alle arterie mammarie sono state
valutate da 0 a 12 in funzione della gravità del
problema e la calcificazione delle arterie
coronariche è stata misurata con la tomografia
computerizzata utilizzando una scala validata di
punteggio da 0 a 12.
L'accuratezza
complessiva del riscontro per il calcio da arterie
mammarie a coronariche è stato del 70%, mentre il
63% di chi aveva calcificazione delle arterie
coronariche aveva anche calcificazioni nelle arterie
mammarie.
Al momento non vi è
ancora consenso sull'uso della calcificazione delle
arterie coronariche come test da utilizzare per
screening, anche se in Olanda è in corso uno studio
di grandi dimensioni su 39.000 soggetti.
Tuttavia la mammografia è ampiamente utilizzata ed
accettata e potrebbe fornire dati sul rischio nelle
persone con situazioni asintomatiche.
Un'altra osservazione
stimolante per nuovi studi indica che le
calcificazioni delle arterie mammarie sono di natura
diversa rispetto a quelle coronariche ponendo delle
domande sul perché le due dovrebbero essere in
relazione tra di loro.
Infine gli autori
osservano che, anche con una stima prudenziale del
10%, sono sempre milioni le donne che si
sottopongono a mammografia e che manifestano
calcificazioni alle arterie mammarie e di queste
sono ancora milioni quelle che hanno segni precoci
di aterosclerosi coronarica.
In modo forse poco
scientifico viene proprio da dire: buttale via!
Per saperne di più
JACC: Cardiovascular Imaging
Digital Mammography and Screening for Coronary
Artery Disease
Laurie Margolies, MD, Mary Salvatore, MD, Harvey S.
Hecht, MD, Sean Kotkin, MD, Rowena Yip, MPH, Usman
Baber, MD, Vivian Bishay, MD, Jagat Narula, PhD, MD,
David Yankelevitz, MD, Claudia Henschke, PhD, MD.
Link...
Marco Dal Negro |