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Mammografie: un altro modo per verificare la salute del cuore? (07/06/2016)

Il calcio nelle arterie mammarie è un segno precoce della formazione di placche nelle arterie del cuore, si può vedere con la mammografia e quindi aiutare a prevenire successivi problemi cardiocircolatori.

L'intuizione è notevole e potrebbe portare grandi benefici, sia per la salute delle donne che per le casse della sanità pubblica: la mammografia viene già effettuata a milioni di donne ed il fatto di utilizzarla per più scopi permette di non dovere sottoporre ad ulteriori radiazioni le persone facendo prevenzione a costo vicino allo zero, con risparmio di vite e di utilizzo delle risorse sanitarie.

I risultati dello studio che ha affrontato l'argomento sono stati presentati all'American College of Cardiology's 65th Annual Scientific Session e mostrano, per la prima volta, il legame tra la quantità di calcio presente nelle arterie del seno (facilmente visibile con la mammografia digitale) ed il livello di calcio nelle coronarie.

La calcificazione delle arterie coronariche (CAC) è considerato un importante segno precoce delle patologie cardiovascolari, ma lo è anche la presenza di calcio nelle arterie del seno, rappresentando così un fattore di rischio di calcificazione delle arterie coronariche equivalente, se non maggiore, di altri fattori di rischio ben noti come il colesterolo alto, la pressione alta o il diabete.

Precedenti ricerche hanno mostrato il nesso tra la calcificazione delle arterie del seno e l'aterosclerosi, o anche l'attacco cardiaco, l'ictus ed altri eventi infausti, ma i ricercatori affermano che questi nuovi risultati mostrano una rapporto più diretto tra l'entità della placca di calcio nelle arterie mammarie ed in quelle coronariche, ed anche una possibilità di paragone con la valutazione di rischio.

Il principale autore di questo nuovo studio Harvey Hecht, M.D., professore alla Icahn School of Medicine e direttore del reparto di imaging cardiovascolare al Mount Sinai St. Luke's hospital, sottolinea il fatto che molte donne, specialmente quelle giovani, non conoscono lo stato di salute delle proprie coronarie e che utilizzare la mammografia per eseguire anche questo controllo potrebbe permettere di evitare, più avanti, molti problemi.

Ciò detto, al 70% delle donne nelle cui mammografie sono state viste calcificazioni sono state trovate calcificazioni nelle arterie coronariche, come evidenziato dalle tomografie computerizzate senza liquido di contrasto.

Metà delle donne di più di 60 anni con calcificazione delle arterie coronariche aveva anche calcificazioni nelle arterie mammarie, un fatto che pochi avrebbero pensato di interpretare come un segno precoce di patologia cardiovascolare.
Tra le più giovani, ci sono stati persino meno falsi positivi: calcificazioni nelle loro arterie mammarie hanno avuto l'83% di conferme in quelle coronariche.

 

Harvey Hecht esorta quindi con estrema decisione a sfruttare questa opportunità, a non gettare via informazioni, salute delle pazienti, tempo e soldi: basta guardare con maggiore attenzione le immagini.

Allo studio hanno partecipato 292 donne che erano state sottoposte a mammografia digitale ed a tomografia computerizzata senza liquido di contrasto.
A 124 (il 42,5%) di queste sono state trovate calcificazioni nelle arterie del seno.
Le mammografie sono state ricontrollate da un secondo radiologo che non conosceva i risultati relativi alle coronarie.

Le donne cui sono state trovate le calcificazioni nelle arterie mammarie erano più facilmente meno giovani, avevano la pressione arteriosa alta, problemi cronici ai reni e tendenzialmente non fumavano.
Le donne con malattie cardiovascolari note sono state escluse.
Le calcificazioni alle arterie mammarie sono state valutate da 0 a 12 in funzione della gravità del problema e la calcificazione delle arterie coronariche è stata misurata con la tomografia computerizzata utilizzando una scala validata di punteggio da 0 a 12.

L'accuratezza complessiva del riscontro per il calcio da arterie mammarie a coronariche è stato del 70%, mentre il 63% di chi aveva calcificazione delle arterie coronariche aveva anche calcificazioni nelle arterie mammarie.

Al momento non vi è ancora consenso sull'uso della calcificazione delle arterie coronariche come test da utilizzare per screening, anche se in Olanda è in corso uno studio di grandi dimensioni su 39.000 soggetti.
Tuttavia la mammografia è ampiamente utilizzata ed accettata e potrebbe fornire dati sul rischio nelle persone con situazioni asintomatiche.

Un'altra osservazione stimolante per nuovi studi indica che le calcificazioni delle arterie mammarie sono di natura diversa rispetto a quelle coronariche ponendo delle domande sul perché le due dovrebbero essere in relazione tra di loro.

Infine gli autori osservano che, anche con una stima prudenziale del 10%, sono sempre milioni le donne che si sottopongono a mammografia e che manifestano calcificazioni alle arterie mammarie e di queste sono ancora milioni quelle che hanno segni precoci di aterosclerosi coronarica.

In modo forse poco scientifico viene proprio da dire: buttale via!

Per saperne di più
JACC: Cardiovascular Imaging
Digital Mammography and Screening for Coronary Artery Disease
Laurie Margolies, MD, Mary Salvatore, MD, Harvey S. Hecht, MD, Sean Kotkin, MD, Rowena Yip, MPH, Usman Baber, MD, Vivian Bishay, MD, Jagat Narula, PhD, MD, David Yankelevitz, MD, Claudia Henschke, PhD, MD.
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Marco Dal Negro