Martedì 23 febbraio alle 12.30 Nikolay Dokholyan
sarà al CC&B dell’Università degli Studi di Milano
per spiegare il rapporto fra proteine anomale e
malattie neurodegenerative. Studiare la natura e il
comportamento delle proteine può essere la strada
giusta per comprendere le cause di malattie come la
sclerosi laterale amiotrofica o la fibrosi cistica.
Ne è convinto Nikolay Dokholyan, professore di
biochimica e biofisica all’Università della North
Carolina, che martedì 23 febbraio sarà
all’Università di Milano per un seminario
organizzato dal Centro per la Complessità e i
Biosistemi(CC&B
Link...),dal
titolo “From etiology to therapeutics of the Lou
Gehrig’s disease”.
Il gruppo di ricerca diretto da Dokholyan combina un
ampio ventaglio di competenze nei campi della
fisica, della chimica e della biologia, con lo scopo
di studiare la struttura delle proteine e il modo in
cui interagiscono fra di loro. Può infatti capitare
che esse assumano forme anormali, perdendo la loro
funzione o, in alcuni casi, aggregandosi fra di
loro.
Questi aggregati possono bloccare alcune attività
dell’organismo, dando quindi origine a una serie di
malattie che include il morbo di Alzheimer, il morbo
di Parkinson, le amiloidosi, la fibrosi cistica.
A questo gruppo appartiene anche la sclerosi
laterale amiotrofica, malattia per la quale non
esiste una cura nota e che sarà al centro
dell’intervento di Dokholyan a Milano. Il suo gruppo
di ricerca sta infatti studiando una proteina, SOD1,
il cui anormale accumulo potrebbe giocare un ruolo
di primo piano nell’origine di questa malattia
neurodegenerativa.
Combinando l’uso di
simulazioni computazionali ed esperimenti su modelli
animali, Dokholyan e i suoi colleghi hanno due
obiettivi: il primo è di determinare le cause, i
meccanismi e le conseguenze dell’irregolare
aggregazione di SOD1 nella sclerosi laterale
amiotrofica, soprattutto nelle fasi iniziali della
malattia, quando la proteina è ancora solubile e
quindi più sensibile a eventuali trattamenti.
Il secondo obiettivo
consiste nel testare possibili farmaci in grado di
stabilizzare la struttura di SOD1, con lo scopo di
impedire la formazione degli aggregati tossici. Un
risultato, questo, che potrebbe avere un grande
impatto sulla medicina moderna e sullo sviluppo di
nuove strategie terapeutiche.
INFO
Nuove prospettive nello studio della sclerosi
laterale amiotrofica
From etiology to therapeutics of the Lou Gehrig’s
disease
Nikolay Dokholayan
Department of Biochemistry and Biophysics,
University of North Carolina at Chapel Hill
UNIVERSITA' DEGLI
STUDI DI MILANO
Center for Complexity & Biosystem
Link...
Martedì 23 febbraio,
ore 12.30
Aula BS, Università degli Studi di Milano
Via Golgi 19.
MDN |