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Cambiare può essere difficile perché il cervello è legato ai momenti piacevoli già vissuti (16/02/16)

Cambiare le nostre abitudini spesso è molto difficile e potrebbe essere perché il nostro cervello è rimasto legato alla gratificazioni ed ai momenti piacevoli passati.
Uno studio realizzato alla Johns Hopkins University ha mostrato come la dopamina influenza ciò cui stiamo prestando attenzione, anche se non ne siamo coscienti. Il cervello umano è strutturato in modo da prestare attenzione alle cose che ci hanno già dato piacere e questo meccanismo può aiutarci a comprendere perché è così difficile cambiare le nostre abitudini.

Quando si incontra una esperienza, un oggetto, un momento o una sensazione legata in qualche modo ad un precedente momento piacevole, il nostro cervello viene inondato di dopamina, anche se ciò che stiamo vivendo non è più piacevole.
Questo meccanismo rende difficile avere il controllo completo su come e cosa ci concentriamo.

Quando proviamo a scegliere cibi più sani che buoni (secondo il nostro piacere) il pensiero tenderà a tornare su quelli che ci hanno gratificato maggiormente e ci riempiremo nuovamente di dopamina.

I ricercatori sono arrivati alle loro conclusioni con un esperimento realizzato su 20 persone.
Sullo schermo di un computer i partecipanti dovevano trovare degli oggetti rossi e degli oggetti verdi.
Per ogni oggetto rosso trovato veniva dato loro 1,5$ e per ogni oggetto verde solo 25 centesimi.

Il giorno successivo i partecipanti dovevano trovare determinate forme sullo schermo, indipendentemente dal colore, e non vi era alcuna ricompensa.
L'operazione avveniva mentre i partecipanti erano sottoposti a scansione cerebrale con la PET, tomografia ad emissione di positroni.

Quando sono apparsi oggetti rossi i partecipanti si sono concentrati immediatamente su di essi e la zona del cervello interessata si è riempita di dopamina, che viene rilasciata in presenza di una ricompensa..

 

I partecipanti hanno trovato le forme che dovevano trovare, ma la presenza del coloro rosso è stato elemento di distrazione che ha rallentato la realizzazione del compito dato.
Ciò che ha stupito i ricercatori è stato il fatto che i partecipanti non stavano ricevendo un premio e non lo dovevano ricevere. Il rilascio di dopamina era legato esclusivamente ad una esperienza passata, in qualche modo incorporata nel sistema della ricompensa.

Alcuni erano più distratti dal rosso di altri. Quelli più distratti avevano livelli di dopamina più alti rispetto a chi riusciva a concentrarsi maggiormente ed aveva livelli più bassi di dopamina.

In generale, i ricercatori spiegano che la distrazione è risultata più alta per chi ha una maggiore tendenza alle dipendenze e più bassa per chi sa astenersi, ma anche chi è depresso e quindi poco sensibile alle ricompense ed alle gratificazioni.

Per saperne di più
Johns Hopkins University
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Marco Dal Negro